Lo Spi Cgil del Veneto a fine 2016 raccoglie più di 200 mila iscritti e può contare su 13 mila adesioni in più rispetto all’anno prima. In generale, le “deleghe” concomitanti – cioè quelle effettuate dai patronati proprio in concomitanza a una domanda di pensione – sono in crescita del 3%, mentre le iscrizioni fatte direttamente dallo Spi registrano un incremento del 4%. Molto significativo il trend delle revoche, che riguardano pensionati iscritti che hanno deciso di revocare la propria adesione: -2%.
Trequarti dei pensionati aderenti con una o più “deleghe” alla nostra organizzazione è composta da ex dipendenti pubblici e privati. Ma una fetta consistente degli iscritti arriva invece da altre realtà: coltivatori diretti, artigiani, commercianti e lavoratori autonomi. Sono circa 44 mila e 400 i pensionati provenienti da questo mondo e aderenti allo Spi che si conferma fra le organizzazione più rappresentative dei pensionati. “I dati – spiega Daniele Tronco, segretario organizzativo dello Spi Cgil del Veneto – confermano che molti iscritti non giungono dal mondo tradizionale della Cgil. Il nostro dunque è un contributo autonomo alla rappresentanza del sindacato e questo ci rende ancora più orgogliosi del lavoro che stiamo svolgendo sul territorio”.
Lo Spi Cgil del Veneto ha 13 mila iscritti in più rispetto al 2015
Intervista a Daniele Tronco, segretario organizzativo Spi Cgil del Veneto
La campagna sui diritti nascosti, le iniziative sulla legalità, le battaglie nazionali per rivendicare l’allargamento dei diritti, come la quattordicesima mensilità, gli interventi per evitare nuovi blocchi delle rivalutazioni, la presenza capillare sul territorio, nei mercati e nelle piazze, e sui social. Il 2016 è stato un anno di grande fervore per lo Spi Cgil del Veneto e l’attività si è tradotta in un saldo positivo fra nuovi iscritti e cessazioni. “Era dal 2008 che non succedeva – conferma Daniele Tronco, – siamo molto soddisfatti.
DUNQUE DANIELE, IL TESSERAMENTO 2016 HA RISERVATO GRADITE SORPRESE
Direi proprio di sì. Dopo otto anni di saldo negativo, causato dalla crisi, lo scorso anno abbiamo registrato più deleghe, ovvero iscrizioni, che revoche o cessazioni per decessi. Vuol dire che abbiamo lavorato bene e che i pensionati sentono il bisogno di una rappresentanza seria e capillare sul territorio.
UN RISULTATO ANCORA PIÙ RILEVANTE SE SI CONSIDERA CHE IL NUMERO DI PENSIONATI È IN NETTO CALO
In effetti la legge Fornero ha fatto sentire i suoi effetti con una diminuzione del numero di pensionati, sceso del 20% rispetto all’anno prima. Eppure i dati dicono che lo Spi del Veneto vede aumentare gli iscritti. E stiamo parlando di persone che nella maggioranza dei casi non provengono dal mondo tradizionale dalla Cgil, ma appartengono ad altre categorie, come quella artigiana.
MA PERCHÈ UN PENSIONATO DOVREBBE ISCRIVERSI ALLO SPI?
I motivi sono tanti, ma si possono riassumere con due parole: tutela e rappresentanza. Gli iscritti allo Spi possono ad esempio verificare se la pensione che ricevono dall’INPS corrisponda a tutto ciò cui hanno diritto (campagna Controllo Pensione), richiedere contributi a enti che forniscono servizi (es. comuni, ente erogatore acqua, gas), comprendere qualcosa in più sull’anticipo pensionistico, ricevere consulenza per assistere persone care e molto altro.
Per scoprire tutti i servizi che offre lo SPI Cgil in Veneto consultate la pagina dedicata ai Servizi e alle Convenzioni