Se la manovra di bilancio sarà approvata così com’è, verrà applicato al 100% solo alle pensioni fino a 4 volte il minimo. Per le altre, sono previsti tassi decrescenti, come nel 2023.
È del 5,4% il tasso di adeguamento delle pensioni all’inflazione stabilito lunedì 27 novembre dal ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, di concerto con la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Elvira Calderone.
L’aumento, calcolato sulla base della variazione percentuale degli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 7 novembre 2023, è valido a partire dal 1° gennaio 2024 e verrà riconosciuto nelle modalità previste dalla normativa. Quindi, se la manovra di bilancio andrà in porto così com’è, le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo saranno rivalutate del 5,4%, mentre a quelle superiori verranno applicati tassi progressivamente decrescenti, fino all’1,188% (calcolato come 22% del 5,4%) per quelle pari a 10 volte il minimo. Se si conferma la logica adottata per il 2023, i tassi verranno applicati all’intero importo della pensione, non a scaglioni (come in precedenza).
Resta inteso che, come ogni anno, quando l’Istat definirà il tasso definitivo di inflazione 2023 verrà calcolato il conguaglio (positivo o negativo), riconosciuto di norma a gennaio 2025 a tutti i titolari di pensioni nel 2023.
La rivalutazione non è un regalo e nemmeno un privilegio per i pensionati ma è l’unico meccanismo che può salvaguardare almeno in parte il potere d’acquisto delle pensioni. Nessuna delle richieste di SPI FNP e UILP trova risposta in questa Legge di Bilancio, che anzi decide ancora una volta di fare CASSA sui pensionati. Per questo continua la mobilitazione dello Spi Cgil!
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