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Liste d’attesa: il piano di recupero della Regione procede su spinta dei sindacati

Spi, Fnp e Uilp: «Si facciano anche i necessari interventi strutturali»

Secondo l’indagine condotta in primavera dai pensionati, il 70% dei veneti non riesce a prenotare una visita: «Amarezza per chi nel frattempo ha rinunciato o è andato a pagamento»

Venezia-Mestre, 4 agosto 2023 – Da una parte, la consapevolezza che «finalmente la Regione ci ha ascoltato, anche dopo il questionario unitario che abbiamo diffuso le scorse settimane». Dall’altra, la constatazione che «la strada da fare è ancora lunga e sono necessari subito interventi strutturali». Sono questi gli umori dei sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil del Veneto dopo l’incontro del 31 luglio con l’assessora regionale alla Sanità e ai Servizi Sociali, Manuela Lanzarin, e il direttore dell’Area Sanità e Sociale Massimo Annichiarico, nell’ambito dei tavoli di confronto tra la Regione e i sindacati sulla sanità territoriale. A distanza di un mese dal primo appuntamento sono stati dati aggiornamenti confortanti, ma che non costituiscono ancora la risposta completa all’enorme disagio patito dalla cittadinanza. Un disagio ben quantificato dall’indagine condotta fra gli iscritti da Spi, Fnp e Uilp (oltre 3mila risposte), presentata nello stesso periodo.

In attesa che la Regione condivida i dati completi, «prendiamo atto che, in base a quanto ci hanno detto, le prestazioni arretrate urgenti, con classe di priorità U e B, sono state smaltite. Inoltre che in queste settimane, tra richiamare i pazienti e fissare gli appuntamenti, le liste d’attesa per le prestazioni con priorità D (entro 30 giorni) sono state ridotte della metà», spiegano le segretarie generali Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Tina Cupani (Fnp Cisl) e Debora Rocco (Uilp Uil). Il piano di recupero da 21 milioni di euro da dividere tra le nove Ulss per aumentare gli slot di visite ed esami, quindi, pare avere un ritmo incoraggiante, «ma resta la grande amarezza per chi in questi mesi ha dovuto andare a pagamento o, non avendo risorse, ha dovuto rinunciare alla prestazione di cui aveva bisogno», continuano le segretarie, «ricordiamo che dal nostro questionario è emerso che il 70% di chi prova a prenotare una visita o un esame, non ci riesce. E di questi il 41% ha deciso di pagare, l’altro 59% era ancora in attesa di essere richiamato dal Cup».

L’obiettivo della Regione è azzerare le liste d’attesa entro fine anno, e in questi mesi cominciare ad “aggredire” anche le prestazioni chirurgiche arretrate. Ma c’è anche l’ordinario da gestire, in modo che le nuove prescrizioni non finiscano a loro volta in attesa. «Come sindacati dei pensionati non possiamo che registrare che le nostre iniziative hanno contribuito a far sì che la Regione si impegnasse a risolvere il problema delle liste d’attesa, che era diventato insostenibile e che non si deve ripresentare», concludono Spi, Fnp e Uilp, «chiediamo, quindi, una risoluzione strutturale per tutte le tipologie di prestazioni. Per questo continueremo sia a vigilare sulla effettiva realizzazione di quanto dichiarato, sia a mobilitarci: il diritto alla salute si esercita anche con la prevenzione, ed esami e visite diagnostiche regolarmente prescritte ne sono la base».

In foto, Tina Cupani, FNP Cisl Veneto, Debora Rocco, Uilp Uil Veneto, Chiara Gargiulo, Ires Veneto, e Elena Di Gregorio, Spi Cgil Veneto, in occasione della presentazione dell’indagine sulle liste d’attesa

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