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In Veneto 208mila ultraottantenni vivono da soli. Uno su quattro non è in grado di badare a sé stesso perché invalido.

In totale gli anziani non autosufficienti sono oltre 200mila. Entro il 2040 i non autosufficienti aumenteranno del 60%. Senza riforma delle Ipab, la Regione spreca un’altra legislatura. Le richieste di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp.

Non possono compiere le normali attività quotidiane, devono essere seguiti costantemente da familiari o da assistenti, hanno bisogno di continue cure e attenzioni. Stiamo parlando degli anziani non autosufficienti che in Veneto sono sempre più numerosi. Particolarmente delicata la situazione nelle fasce più elevate di età: un quarto degli ultra 80enni (oltre 80 mila anziani) non è in grado di badare a sé stesso, del tutto o parzialmente.  

La non autosufficienza, insomma, non è uno scherzo, e se non cambia in fretta l’offerta dei servizi sociosanitari, ma anche una certa mentalità che vede nell’anziano solo un peso, il futuro di questa fascia della popolazione sarà una vera e propria sfida da affrontare in solitudine, soprattutto per le donne.

DEMOGRAFIA E ASPETTATIVA DI VITA. La situazione si fa sempre più emergenziale perché legata a doppio filo all’invecchiamento della popolazione. Più aumenta l’aspettativa di vita e più emergono i problemi relativi alla salute delle persone anziane. Nella nostra regione gli ultrasessantacinquenni sono 1.122.005 mentre gli ultraottantenni hanno raggiunto quota 347.165.

Nel decennio 2008-2018 la percentuale degli anziani in Veneto è passata dal 19,5 al 22,6%. In 30 anni (2018-2048), poi, l’aspettativa di vita passerà per gli uomini da 81,6 a 85,6 anni e per le donne da 85,9 a 89, 2 anni. Le anziane, del resto, già sono la grande maggioranza: se nella fascia 65-74 anni in Veneto le donne sono il 52,40%, in quella 75-84 anni la percentuale sale a 57,10% per poi impennarsi al 70,3% nella fascia 85-94 anni e aumentare ancora.

ANZIANI SOLI. L’invecchiamento della popolazione porta con sé un altro problema che è quello della solitudine. Sempre nel decennio 2009-2018, le persone sole con più di 60 anni in Veneto sono aumentate del 18%, da 269mila a 314mila: di queste ultime 226mila sono donne. Gli ultraottantenni soli sono invece 208.277 (per il 74% donne).  

NON AUTOSUFFICIENZA. In tale contesto emerge la questione della non autosufficienza, parziale e totale. In Veneto, secondo un’indagine realizzata dall’Istituto di ricerca Morosini, gli anziani non autosufficienti superano quota 200mila. Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp pensionati hanno elaborato i dati dell’Inps relativi agli invalidi civili(con percentuale di invalidità dal 74% al 100%). Dall’analisi emerge che gli anziani over 65 non autosufficienti, riconosciuti appunto come invalidi civili, sono oltre 111mila (il 9,91% del totale over 65). Il loro numero negli ultimi 5 anni è cresciuto di circa il 4%. Ancora più rilevante il dato riferito agli ultraottantenni. Sono oltre 83mila quelli riconosciuti come invalidi civili e quindi non autosufficienti parzialmente o talmente, e rappresentano quasi il 25% del totale degli over 80 (+ 4,6% rispetto al 2015). In pratica nella nostra regione, ogni quattro over 80, uno non è autosufficiente.

TREND FUTURO. L’allarme sulla “non-autosufficienza” si inserisce in un contesto che contempla un trend futuro non trascurabile: dei 3,5 milioni di italiani non autosufficienti, 2,8 milioni hanno più di 65 anni e questi numeri sono destinati ad aumentare del 60% entro il 2040, mentre le indennità di accompagnamento rispondono alle esigenze di 1,9 milioni.

RIFORMA IPAB. Il problema della non-autosufficienza è collegato a doppio filo alla riforma delle strutture per anziani. Il Veneto è rimasta l’unica regione d’Italia a non aver riformato le Ipab (106 in Veneto quelle che sono Centri servizi per anziani), a non aver cioè recepito una legge nazionale del 2000 che prevedeva la loro trasformazione in strutture da inserire nella rete di assistenza territoriale. In questa vacatio il settore privato è stato enormemente favorito grazie ai minori costi di gestione e ai minori controlli. I posti letto privati nelle strutture residenziali per anziani sono maggiori di quelli pubblici (17.839 a 16.534) e le impegnative di residenzialità, 24.359, sono evidentemente insufficienti. Da maggio 2019 Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp del Veneto hanno promosso e partecipato alle continue iniziative (presidi, manifestazioni, raccolte firme) assieme alle Confederazioni e alle sigle della funzione pubblica e dei servizi per sollecitare la Regione a non perdere anche questa legislatura. Nonostante gli annunci e le promesse dell’assessora Manuela Lanzarin, ancora nulla è stato fatto e nessun testo è stato presentato.

LE ALTRE RICHIESTE DEI SINDACATI DEI PENSIONATI. Per i sindacati dei pensionati le altre priorità da rilanciare sono: il ripristino di un sistema di rivalutazione delle pensioni equo, l’allargamento della platea dei beneficiari della quattordicesima, il taglio delle tasse sulle pensioni, la separazione della previdenza dall’assistenza, un adeguato finanziamento del servizio sanitario nazionale per permettere a tutti di curarsi. Infine, Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Pensionati richiedono gli investimenti nella medicina del territorio, nelle cure intermedie e nella domiciliarità.

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