Venezia-Mestre, 17 maggio 2016 – Dal Veneto a Roma per rivendicare diritti e dignità. Saranno più di 4 mila i pensionati che dalla nostra regione raggiungeranno giovedì 19 maggio la capitale in treno e in pullman (50 quelli organizzati dai sindacati) per partecipare alla manifestazione nazionale “A testa alta!” indetta da Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp in piazza del Popolo. Le sigle che rappresentano i pensionati attendono da tempo di essere convocate dal Governo per trovare insieme le soluzioni più adeguate in merito alle difficoltà che sta stanno vivendo i pensionati e i giovani, ed evitare ulteriori pasticci come i paventati tagli alle pensioni di reversibilità.
I punti cardine della manifestazione sono innanzi tutto la richiesta di una completa revisione della legge Fornero: dalla flessibilità dell’età pensionabile al recupero integrale dei danni prodotti dal blocco della rivalutazione del 2012-2013 (che ha fatto perdere ai pensionati un’intera mensilità, e che è stato bocciato dalla Consulta) e, quindi, il ripristino del sistema stesso di rivalutazione a prima del famigerato decreto Salva Italia del 2011. Poi, un fisco più equo: i pensionati devono avere le stesse condizioni fiscali dei lavoratori dipendenti e quelli con assegni bassi devono ricevere il bonus di 80 euro. Tutto questo a tutela del loro potere d’acquisto, eroso negli ultimi vent’anni del 35%. Infine, i servizi: con l’invecchiamento della popolazione ci devono essere più risorse da destinare a servizi adeguati e, finalmente, una legge nazionale sulla non autosufficienza.
Spiegano i segretari generali dei sindacati veneti dei pensionati:
Rita Turati, segretaria generale Spi Cgil Veneto
«Saremo in tantissimi a Roma per rivendicare la dignità dei pensionati e per garantire un futuro previdenziale ai nostri giovani. La legge Fornero ha provocato molti danni al sistema previdenziale italiano e per questo deve essere cambiata radicalmente. Vogliamo che alle pensioni venga restituito un potere d’acquisto adeguato, che si renda flessibile ed equa l’uscita dal lavoro, che le donne abbiano assegni più dignitosi».
Luigi Bombieri, segretario generale Fnp Cisl Veneto
«Dobbiamo fare pressione sul governo perché attivi delle politiche di equità. Durante la crisi noi pensionati abbiamo avuto un ruolo, che ci è stato riconosciuto, di collante sociale, soprattutto nella solidarietà familiare. Ora che ci sono segnali di ripresa, è inammissibile continuare a far cassa sulle pensioni: i dati ci dicono che troppi pensionati veneti percepiscono un assegno mensile che non permette una vita dignitosa, è soprattutto per loro che scendiamo in piazza».
Walter Sperotto, segretario generale Uilp Veneto
«Andiamo a Roma per evidenziare i problemi dei pensionati e per ricomporre la frattura generazionale che si è creata soprattutto in questi anni di crisi, in cui siamo stati dipinti come dei privilegiati. Deve esserci la certezza che una persona possa affrontare bene gli ultimi anni della sua vita. È per questo che chiediamo una legge nazionale sulla non autosufficienza».
I NUMERI
I motivi che spingono i pensionati veneti fino a Roma possono essere riassunti da alcuni dati eloquenti:
- L’ASSEGNO MEDIO. Servono pensioni più dignitose. Circa 480 mila anziani veneti (su un milione 280 mila totali) guadagnano meno di mille euro lordi al mese (circa 850 euro netti). Uno su quattro porta a casa meno di 750 euro lordi al mese.
- DIFFERENZE DI GENERE. Bisogna riconoscere il “lavoro di cura”. Una pensionata veneta su due (circa 340 mila) percepisce meno di mille euro lordi al mese, una su dieci (circa 70mila anziane) ne prende meno di 500. Va meglio ai maschi: uno su quattro (circa 140mila anziani) porta a casa meno di mille euro lordi al mese e il 6,8% deve accontentarsi di un assegno inferiore ai 500 euro. L’assegno medio lordo annuo delle pensionate è di 9 mila euro, quello dei pensionati è di 15.580 euro.
- REVERSIBILITÀ. Le pensioni di reversibilità non si toccano. I tagli colpirebbero 15 mila pensionati veneti, numero che corrisponde ai nuovi assegni di reversibilità che vengono erogati ogni anno in Veneto. Toccare la reversibilità significa colpire soprattutto le vedove: nella nostra regione sono 317.278 gli assegni di reversibilità in capo alle pensionate venete, contro 39.252 assegni destinati ai pensionati.
- BONUS RENZI. Sì al bonus Renzi per gli anziani. La manovra andrebbe a vantaggio di 111mila pensionati, mentre per l’Inps la spesa sarebbe irrisoria, 106 milioni l’anno, lo 0,5% della spesa totale.
- RIVALUTAZIONI. Tutelare il potere d’acquisto dei pensionati. Dopo la sentenza della Consulta del 2015 che ha bocciato il blocco delle rivalutazioni delle pensioni deciso dal decreto Salva Italia (Monti-Fornero) il governo Renzi ha rimborsato parzialmente 410 mila pensionati veneti.