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Lo Spi Cgil del Veneto a DiMartedì: storie di pensioni e diritti nascosti

Il servizio andato in onda ieri 31 gennaio a Dimartedì su LA7 racconta la storia della signora Marisa che, grazie all’intervento degli operatori dello Spi Cgil di Padova (Lega di Albignasego), è riuscita ad avere un adeguamento alla sua pensione con l’integrazione al trattamento minimo e a recuperare gli arretrati (fino a 5 anni indietro), ottenendo così migliaia di euro che le spettavano di diritto. Guarda il servizio:

Quello della signora Marisa di Casalserugo è solo un esempio degli importantissimi risultati raggiunti dallo Spi del Veneto grazie alla sua campagna sui diritti nascosti (o inespressi) e all’impegno di tutte le sedi regionali nelle quali gli operatori sono a disposizione degli anziani per controllare gratuitamente le pensioni e verificare se il diretto interessato abbia o meno diritto a somme aggiuntive, che vengono erogate dall’Inps solo su richiesta del pensionato stesso.

Nel corso del 2016 gli operatori dello Spi hanno controllato in Veneto circa 16 mila (15.550) pensioni per lo più inferiori ai 750 euro lordi mensili e nell’80% dei casi in capo a donne. Risultato? Le verifiche hanno evidenziato che nell’11% delle pratiche controllate il pensionato ha diritto a ricevere dall’Inps importi aggiuntivi che vengono erogati dall’Ente previdenziale solo su richiesta del diretto interessato. Stiamo parlando di integrazioni al minimo, assegni  e maggiorazioni sociali, bonus annuali, quattordicesima, assegno al nucleo familiare, supplemento di pensione. Diritti nascosti, appunto, che hanno fatto recuperare più di 2 milioni e 500 mila euro a favore di circa 2 mila anziani della nostra regione, una media superiore ai 1.300 euro a pensionato. Ma, al di là degli arretrati, i beneficiari potranno contare anche su un assegno mensile più consistente o su un importo aggiuntivo annuale prima mai riscosso pur avendone diritto, come la 14esima mensilità. .

Da circa 3 anni – spiega Rita Turati, segretaria generale dello Spi Venetol’Inps non invia più a casa dei pensionati la busta paga. Noi, in accordo con l’Ente previdenziale, ci facciamo inviare la busta del pensionato che ne faccia richiesta e controlliamo se esistano dei diritti inespressi, ovvero se l’anziano abbia diritto a una prestazione aggiuntiva, di solito riservata ai redditi più bassi, che viene elargita solo su domanda del diretto interessato. In questo modo molti pensionati possono integrare il proprio assegno con altre somme spesso indispensabili per condurre una vita più dignitosa. I risultati ottenuti anche quest’anno

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