Sindacato Pensionati Italiani Veneto

Cerca
Close this search box.

Giovani rinforzi per la medicina di base veronese, ma non basta

L’emergenza a Verona si aggrava ancora

Verona, 5 gennaio 2023. Nell’ultima parte dell’anno appena passato Azienda Zero ha ufficializzato 225 nuove assegnazioni a copertura dei posti vacanti negli ambiti di medicina generale sull’intero territorio regionale. L’avviso, che era stato pubblicato ai primi di ottobre, era rivolto ad allievi del primo, secondo e terzo anno del corso di specializzazione in medicina generale. Il veronese guadagna in questo modo 43 nuovi giovani medici così suddivisi: 10 corsisti del terzo anno; 15 del secondo anno; 18 del primo anno.
Si tratta di una boccata di ossigeno, tuttavia assolutamente insufficiente rispetto ai bisogni. Le zone di medicina generale scoperte a fine settembre erano infatti 197, circa i 30% delle 705 presenti nell’intera regione. Se tutto andrà bene (la conta ufficiale delle zone rimaste scoperte non è ancora stata pubblicata) gli ambiti della nostra provincia dove manca il medico di base scenderanno a 156. Un numero ancora altissimo.

Tredici nuovi dottori sono stati assegnati nelle Circoscrizioni Prima, Seconda e Terza del capoluogo, Verona, dove a settembre ne mancavano ben 26. Risulta tuttavia ancora scoperta la casella già da mesi vuota a Parona, a cui era stata assegnata una priorità. Altri 3 medici vengono assegnati nell’ambito comprendente la Sesta e Settima Circoscrizione del Comune di Verona, più i Comuni di San Martino Buon Albergo e Lavagno che in totale contava 9 zone carenti. Anche qui non risulta essere stata trovato un sostituto per il medico che dal tempo della pandemia manca a Porto San Pancrazio.
Sei nuovi medici vanno a lenire le carenze in zona lago e dell’entroterra gardesano dove le caselle vuote erano 23. Sembra essere stata trovata una soluzione per Bussolengo e Malcesine che contavano ciascuna una casella vuota, oltre che per Sommacampagna (due carenze), ma non per Sona.
Altri sei medici per il Sud Ovest veronese (25 zone carenti), con l’apparente risoluzione della situazione a Villafranca (3 assegnazioni rispetto ad altrettante zone scoperte).
Cinque nuovi medici anche per la Valpolicella e la Valdadige (7 zone carenti a settembre 2023), dove tuttavia resta senza soluzione la situazione di Caprino Veronese e di Dolcé.

Questo soltanto per fare una panoramica delle principali emergenze. Tuttavia c’è poco da stare allegri: la serie storica suggerisce che il ricorso ai corsisti non sia una soluzione stabile. Ogni anno il bando di dicembre, solitamente dedicato proprio a loro, produce un abbassamento delle zone carenti che tuttavia riprendono a livelli ancora più elevati dopo il primo bando dell’anno successivo, che termina tra aprile e maggio ed è dedicato ai medici di ruolo. Di qui l’andamento a “gradini” del grafico che descrive l’evoluzione delle zone carenti negli ultimi anni nel veronese: una emergenza montante che prosegue inarrestata. E per un motivo semplicissimo: mancano medici.

A fronte di questo andamento la risposta della politica, sia del Governo che della Regione è aberrante: da Roma gli stanziamenti per la sanità non sono nemmeno sufficienti a coprire l’aumento dei costi generato dall’inflazione, e nemmeno i rinnovi dei contratti del personale sanitario. Da Venezia si prova ogni genere di palliativo senza decidersi ad affrontare la questione”, commenta Adriano Filice, segretario generale Spi Cgil Verona. “Le soluzioni sono note da anni: si tratta di incentivare le aggregazioni di medici nella sostanza e non solo sulla carta, quindi mettendo in rete i medici e fornendo loro adeguati supporti amministrativi per sgravarli almeno della componente burocratica del lavoro”.
Ma la quotidiana emergenza che investe anche a soprattutto le persone anziane non riguarda solo il medico di famiglia ma anche le liste d’attesa” prosegue il segretario. “Una deriva che vede di fatto uno del servizio sanitario verso il privato e che pertanto richiederebbe un forte cambio di rotta politica che oggi non vediamo”.
Come se non bastasse, a tutto questo si aggiunge il previsto aumento dei ticket e delle rette delle case di riposo. Penso che su questo tema sia necessaria una grande mobilitazione e una presa di posizione forte anche da parte dalle amministrazioni locali, le più vicine ai cittadini” continua Filice.
Registriamo un sostanziale silenzio come se la deriva e la condizione odierne fossero inevitabili. Sul tema centrale della sanità non è più possibile stare fermi. Tutti i soggetti, comprese le amministrazioni pubbliche, a cominciare dal Comune di Verona, hanno il dovere di alzare forte un grido di allarme perché oggi chi paga, in termini di salute mancata ed in termini economici, sono i più deboli, i più fragili, che si trovano enormemente esposti e non hanno i soldi per rivolgersi al privato” conclude il segretario Spi Cgil.

PeriodoZone carenti
201979
2020103
Marzo 2021124
Luglio 2021109
Dicembre 202177
Maggio 2022146
Ottobre 2022142
Dicembre 2022103
Aprile 2023209
Settembre 2023197
Giugno 2023199
Dicembre 2023156
L’andamento delle zone carenti nel veronese, elaborazione autonoma su dati estratti da Azienda Zero.

Post correlati

SPI CGIL Veneto

Iscriviti subito alla nostra Newsletter

Ricevi tutte le notizie

compila i campi






Dichiaro di aver letto e compreso la vostra Privacy Policy.*


Dichiaro di aver letto e compreso la vostra Privacy Policy.*

Continuando a navigare nel sito acconsenti all'uso di Cookie Tecnici neccessari che permettono di offrire la migliore esperienza di navigazione, come descritto nell'informatva sulla privacy.