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A luglio 200 euro di indennità contro il caro energia

Pochi, sporchi e subito: sono i 200 euro di “indennità una tantum” stanziati dal governo Draghi con il Decreto Legge “Aiuti” che a luglio rimpingueranno pensioni e stipendi a parziale (molto parziale) indennizzo degli aumenti delle bollette che sono nel frattempo raddoppiate per quanto riguarda l’energia elettrica e fortemente aumentate di circa il 30% per il gas.
Beneficiari della misura sono tutti i pensionati e tutti i lavoratori (compresi stagionali e colf) che presentino un reddito inferiore ai 35 mila euro all’anno.
La somma verrà accreditata automaticamente sull’assegno pensionistico o sulla busta paga senza che si debba far nulla.
Le risorse vengono prese dai cosiddetti “extraprofitti” incamerati dalle compagnie energetiche che vendono o hanno venduto a prezzi correnti, fortemente rialzati, anche l’energia che avevano comprato prima dell’inizio della crisi energetica oppure quella prodotta da fonti rinnovabili i cui costi di produzione sono rimasti più stabili. A livello nazionale la copertura finanziaria è tale da raggiungere 28 milioni di cittadini.
Secondo un calcolo dello Spi Cgil Verona le pensionate e i pensionati veronesi che percepiscono un assegno pensionistico inferiore ai 2.500 euro mensili (quindi sicuramente inferiore ai 35 mila euro annui) sono il 93,5% del totale dei pensionati, pari a circa 187 mila persone.
Contando che il 90,2% di quanti si rivolgono al Caaf Cgil Verona per la denuncia dei redditi presenta un reddito annuo inferiore ai 35 mila euro all’anno, e proiettando questa percentuale sul totale dei redditi da lavoro denunciati nel veronese (482 mila secondo i dati Inps 2020) ne consegue che tra i lavoratori (dipendenti, autonomi, pubblici e privati) ci potrebbero essere altre 420 mila persone potenzialmente beneficiarie, per un totale di circa 600 mila potenziali beneficiari della misura sul territorio scaligero.
Una stima questa che non si discosta troppo da quella fornita del centro studi della Cgia di Mestre secondo cui la platea veronese sarebbe di 560 mila persone, in pratica 6 veronesi su 10.
Secondo Adriano Filice, Segretario Spi Cgil Verona la misura va valutata «positivamente perché arriva come prima risposta del Governo rispetto alle sollecitazioni delle organizzazioni sindacali, tuttavia riteniamo che occorra confrontarsi ancora per ottenere misure strutturali come la Quattordicesima mensilità per i pensionati, una seria rivalutazione degli assegni pensionistici (che vengono divorati dall’inflazione) e la defiscalizzazione delle pensioni, che in Italia sono le più tassate d’Europa».
La misura è giudicata un buon punto di partenza anche da Francesca Tornieri Segretaria generale Cgil Verona: «Il provvedimento non era affatto scontato dal momento che prima dell’incontro con Cgil Cisl e Uil il Governo ipotizzava misure per un totale di 6-7 miliardi, che invece sono raddoppiati a 14 miliardi dopo l’incontro dei Sindacati. Certo, si tratta di una misura straordinaria che affronta la contingenza ma non incide sui problemi strutturali di pensioni e salari per i quali continuiamo a chiedere decontribuzione e taglio del cuneo fiscale».
A fronte dell’incremento del costo dell’energia e dell’inflazione, molti Paesi europei hanno alzato di circa 3 punti percentuali il salario minimo legale e di 3,3 punti percentuale i salari contrattuali, mentre da noi sembra vincente la posizione di Confindustria.

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