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Pioggia di soldi sulla Sanità: 98 milioni a Verona, 660 nel Veneto

Con delibera di giunta regionale 368 dell’8 aprile 2022 la Regione Veneto ha fatto i conti di quanto riceve con la parte sanitaria del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).
A livello nazionale la cifra ammonta a 15,63 miliardi di euro (l’8% del totale del Pnrr che cuba 191,5 miliardi di euro), di cui circa 3 miliardi relativi ad interventi in corso, 9,6 miliardi per nuovi progetti e 3 miliardi di euro a valere sulle risorse del Piano nazionale di investimenti complementare (Pnc).
La nostra regione riceverà 583,5 milioni di euro dal Pnrr, a cui bisogna aggiungere 101,5 milioni di investimenti già in corso per l’ammodernamento degli ospedali disposti dal Ministero della Salute, e altri 2,5 milioni di euro per borse di studio aggiuntive in medicina generale. In totale, dunque, 687 milioni si euro.
Con questa stessa delibera la giunta regionale ha autorizzato investimenti per 659,6 milioni di euro, di cui 575,1 milioni da Pnrr, 83,4 milioni da risorse Fsr (Fondo sanitario regionale) e 1 milione da un ente privato. Circa 98 milioni di euro “cadranno” sul territorio scaligero.
Vediamo allora quali investimenti toccheranno Verona:

  • 31 milioni e 300 mila euro per 15 Case della Comunità nel veronese, destinate alla presa in carico multidimensionale della persona (ovvero lavoro di equipe) in sinergia con gli studi dei medici di base che per la maggior parte dei casi offrono ancora una assistenza di tipo mono professionale. In città saranno istituite a Marzana, in Via Campania in Borgo Milano e in Via del Capitel in Borgo Venezia, mentre nel resto della provincia scaligera saranno a Cologna Veneta, Montecchia di Crosara, San Giovanni Lupatoto, Tregnago, San Bonifacio, Colognola ai Colli, Legnago, Zevio, Cerea, Bussolengo, Valeggio sul Mincio, Villafranca.
    A livello Veneto le Case della Comunità saranno in totale 91 per un investimento di 181 milioni e 212 mila euro di cui di cui 135 milioni e 400 mila euro finanziati dal Pnrr.
  • 25,1 milioni di euro per otto Ospedali di Comunità a Bussolengo, isola della Scala, Nogara, Marzana, Caprino Veronese, Malcesine e Borgo Roma. A livello regionale i nuovi ospedali di Comunità saranno 30 per un investimento di 73,855 milioni di euro.
  • 200 mila e 431 euro per otto Centrali Operative Territoriali in Via del Capitel e in Via Poloni a Verona, a San Giovanni Lupatoto, San Bonifacio, Legnago, Cerea, Valeggio sul Mincio, Bussolengo, più 658 mila euro per il COT di interconnessione e 896 mila euro per il COT device dell’Ulss 9 per un totale di circa 2,5 milioni di euro. A differenza delle attuali PUA, Porta Unica di Accesso, i Cot non si limitano soltanto a dare informazioni ma sono chiamati a prendere in carico l’assistito da una prospettiva multidimensionale. Con l’ausilio della telemedicina il Cot è chiamato dunque a gestire a domicilio i casi non gravi, le dimissioni ospedaliere protette e i passaggi tra diversi luoghi di cura.
    Nel Veneto i Cot territoriali saranno 49 a cui bisogna aggiungere altre 21 unità dedicate al coordinamento delle funzioni per un investimento totale di 16,7 milioni di euro.
  • Per l’ammodernamento del parco tecnologico ospedaliero e digitale il Veneto riceve quasi 196 milioni di euro di cui circa 89 milioni destinati alla sostituzione delle grandi apparecchiature. Sul territorio scaligero arriveranno 39 milioni di euro (di cui circa la metà per l’aggiornamento dei grandi macchinari) negli ospedali dell’azienda ospedaliera (Borgo Trento e Borgo Roma) e dell’Ulss 9 a Legnago, Malcesine, Bovolone, San Bonifacio, Villafranca.
  • Il ricco menu di investimenti prevede ulteriori 192 milioni euro, di cui 107 milioni a valere sul Pnc (il Piano nazionali degli investimenti complementari al Pnrr) tra i quali però non è presente Verona. La parte del leone la fa il territorio di Padova che riceve 48 milioni di euro per la nuova Pediatria dell’Azienda Ospedaliera, più altri 45 milioni per l’adeguamento antisismico dell’Ospedale di Cittadella. Inoltre vanno 45 milioni all’adeguamento antisismico dell’Ospedale di Belluno e 53,7 milioni alla realizzazione di un nuovo blocco per le Urgenza al presidio ospedaliero di Conegliano.

Ricapitolando gli investimenti previsti:

Verona

  • Case della Comunità = 31,3 milioni
  • Ospedali di Comunità = 25,1 milioni di euro
  • Centrali operative territoriali = 2,5 milioni di euro
  • Ammodernamento ospedali = 39,0 milioni di euro
    Totale = 97,9 milioni

Veneto

  • Case della Comunità = 181,212 milioni di euro
  • Ospedali di Comunità = 73,8 milioni di euro
  • Centrali operative territoriali = 16,7 milioni di euro
  • Ammodernamento ospedali = 196 milioni di euro
  • Ristrutturazioni ospedali = 192 milioni di euro
    Totale = 659,7 milioni di euro

Per quanto riguarda la nuova rete della Case della Comunità, vale la pena di osservare che, anche dai resoconti della Conferenza Stato Regioni, risulta piuttosto affievolita la spinta iniziale che prevedeva di costituire un servizio fortemente capillare sul territorio.
Si disegnava infatti una struttura differenziata hub/spoke tale per cui accanto a ciascuna Casa della Comunità di tipo “hub” (una ogni 40-50 mila abitanti) si prevedeva l’istituzione di almeno 3 Case della Comunità “spoke”, al fine da raggiungere una copertura del territorio di una struttura ogni 30/35.000 nelle aree metropolitane; 1 ogni 20/25.000 abitanti nelle aree urbane e sub-urbane; 1 ogni 10/15.000 abitanti nelle aree interne e rurali.
Si era detto che le Case di Comunità spoke coincidevano sostanzialmente con le aggregazioni della medicina di base già presenti sul territorio. In assenza di una forte spinta, dunque, il rischio è che questa riorganizzazione della sanità territoriale riproduca le debolezze di quelle regioni che, come il Veneto, hanno sviluppato poco o per niente la medicina territoriale di base.

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