Le pensioni del 2015 sono state rivalutate dello 0,3 per cento. L’aumento effettivo si vedrà meglio nella rata di febbraio, perché a gennaio c’è stato un conguaglio che ha addirittura ridotto l’importo della pensione. La percentuale dello 0,3 per cento è dovuta al fatto che l’aumento dei prezzi è stato davvero molto contenuto. E comunque le pensioni non aumenteranno con la stessa percentuale per tutti.
Anche quest’anno l’aumento applicato alle pensioni è insufficiente per coprire la perdita del potere d’acquisto di oltre il 30%, subito dalle rendite pensionistiche in questi anni. Per questo lo SPI CGIL chiede misure diverse a partire da una tassazione più equa ed in linea con quella degli altri paesi europei e il bonus fiscale di 80 euro come per i lavoratori dipendenti.
L’aliquota di aumento (0,30%, la più bassa dal 1996) sarà applicata come segue:
Nel mese di gennaio i pensionati non troveranno quindi alcun aumento dovendo restituire quanto percepito in più (cioè lo 0,1% di aumento) per effetto della previsione “in eccesso” della aliquota di perequazione del 2014. Infatti, dai conteggi effettuati successivamente, l’aliquota da riconoscere per il 2014 è stato calcolato essere dell’1,1% invece dell’1,2% applicato.
Per esempio la differenza da recuperare con la rata di pensione di gennaio 2015 sarà pari a:
- € 6,5 per una pensione minima
- € 13 per una pensione di circa € 1.000 (mensili lordi)
- € 19,5 per una pensione di circa € 1.500 (mensili lordi)
Si dovrà, quindi, attendere il mese di febbraio per vedere l’effettivo importo della pensione per il 2015.