Cgil, Cisl e Uil del Veneto scendono in campo per chiedere alla Regione provvedimenti urgenti per contrastare l’emergenza e il disagio sociale in atto
Una manifestazione regionale unitaria è in programma a Venezia martedì 29 novembre per chiedere alla Regione un intervento urgente a salvaguardia della tenuta del sistema sociale, già con la legge di bilancio 2023 attualmente in discussione, e un impegno certo per la riforma delle Ipab. Lo Spi sarà naturalmente in prima fila, come sempre quando si parla di welfare.
Appuntamento alle 9:30 davanti alla Stazione S. Lucia per poi dirigersi in Campo San Geremia, dove la manifestazione continuerà fino alle 12:30.
Precise le richieste dei sindacati, sintetizzate in un volantino (scaricabile qui in pdf):
- coprire e neutralizzare l’aumento delle rette di residenze per anziani, asili nido, strutture assistenziali per la disabilità e le diverse fragilità;
- incentivare assunzione, stabilizzazione e valorizzazione del personale (in particolare infermieristico e OOSS) nelle RSA, nelle Ipab, nei Centri Diurni e nell’Assistenza Domiciliare;
- sostenere le famiglie che si fanno carico della cura dei familiari disabili e/o non autosufficienti;
- prevedere aiuti straordinari per le famiglie in difficoltà, incrementando il Fondo per gli Affitti e sostenendo le spese di riscaldamento ed elettricità.
Sarà anche l’occasione per ribadire nuovamente la richiesta di un impegno certo per la riforma delle Ipab, che devono essere pubbliche e integrate nei sistemi socio sanitari territoriali. Ormai il Veneto è l’unica Regione in Italia a non aver provveduto alla riforma.
Le dichiarazioni di Tiziana Basso, Gianfranco Refosco e Roberto Toigo (segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Veneto)
Dopo lo shock della pandemia, nella turbolenza internazionale scatenata dall’invasione russa dell’Ucraina l’instabilità economica e la repentina crescita dell’inflazione condannano sempre più persone alla povertà anche nella nostra regione e il sistema di welfare territoriale (pubblico e privato) viene messo fortemente alla prova.
Case di riposo, Asili nido, Scuole materne, Scuole di formazione professionale, Centri residenziali e diurni, Edilizia residenziale pubblica sono sotto pressione per lo stratosferico aumento dei costi dell’energia e di altre spese fisse, problemi a cui si aggiungono quelli della carenza di personale e dell’esiguità delle risorse che non consente di valorizzare i lavoratori e le lavoratrici in maniera dignitosa. Senza sostegni adeguati, rischiano di non reggere o di dover scegliere tra l’aumento delle rette, peggiorando ulteriormente i bilanci delle famiglie, e la riduzione dei servizi e della qualità delle prestazioni.