I ticket portano alle casse della Regione Veneto circa 200 milioni di euro l’anno, una cifra non così importante da non poter essere recuperata anche in altri modi. Per questo Flavio Tosi, candidato alla presidenza della Regione, sostiene che è fattibile togliere i ticket per i redditi più bassi. L’affermazione è di lunedì 4 maggio, in occasione dell’incontro che i sindacati regionali dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil hanno avuto con Tosi a Vicenza. Tosi si è anche assunto l’impegno, in caso di elezione, di applicare la legge 30/2009 sulla non autosufficienza e di implementare l’applicazione della parte del Piano socio-sanitario regionale legata all’assistenza territoriale. A tale proposito ha sottolineato come l’aggregazione dei medici di medicina generale non possa essere lasciata alla libera iniziativa e alla buona volontà dei singoli. Sull’assistenza territoriale, nell’ottica di riordino e di risparmio della “macchina” organizzativa”, Tosi condivide l’esigenza di ridurre il numero delle Ulss rispetto alle attuali 21.
Tutti questi temi fanno parte della piattaforma unitaria che i sindacati dei pensionati stanno portando avanti e che, soprattutto in ambito socio-sanitario, solleva le mancanze della Regione in questi anni in cui a buone normative (legge 30/2009 e Pssr 2012-2016) non sono seguite le dovute azioni per applicarle. Per quanto riguarda i ticket Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil hanno proposto la loro abolizione per i redditi fino a 36mila euro lordi l’anno e differenziare il superticket su scaglioni di reddito progressivi per le fasce superiori a quella di esenzione. «Ci sono sempre più persone, soprattutto anziani con malattie croniche, che rinunciano alle cure per i costi che queste comportano: razionalizzare la spesa sanitaria dovrà servire ad aumentare i servizi sul territorio, sanitari sì ma anche sociali», affermano i segretari generali veneti Rita Turati (Spi Cgil), Adolfo Berti (Fnp Cisl) e Walter Sperotto (Uilp Uil).