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Sanità: i sindacati indicano le priorità alla Regione

Assemblea pubblica del 30 marzo. Confronto tra Cgil Cisl e Uil e l’assessora Lanzarin

Per le organizzazioni sindacali venete l’assemblea pubblica unitaria svoltasi il 30 marzo a Mogliano è stata un’occasione importante per denunciare nuovamente le criticità del sistema sanitario pubblico, definire gli interventi prioritari e rinnovare alla Regione la richiesta di essere coinvolti nel ridisegno della sanità veneta. Cgil, Cisl e Uil del Veneto rivendicano il proprio ruolo ai diversi tavoli, forti della rappresentanza di circa un milione di iscritti/e, sia utenti che operatori, e delle competenze in ambito sociosanitario di funzionari e delegati. «Vogliamo un confronto vero – ha ribadito Tiziana Basso, Cgil Veneto – perché portiamo le istanze di persone reali e richieste concrete».

Le criticità

Medici di base, liste d’attesa, mancata riforma delle Ipab e aumento delle rette, taglio dei posti letto, sanità territoriale, assistenza domiciliare: sono molte le criticità, anche alla luce dell’evoluzione demografica della regione, ma sicuramente il nodo principale è quello delle carenze di personale. Serve una corretta programmazione per garantire il turnover in tutti gli ambiti e vanno rese nuovamente attrattive le professioni sociosanitarie, agendo su retribuzione, carichi e organizzazione del lavoro, clima interno alle strutture. È necessaria la riunificazione del mondo del lavoro omogeneizzando i contratti per superare l’attuale frammentazione e disuguaglianza tra operatori che svolgono lo stesso lavoro. Grande responsabilità in questo ricade su Azienda Zero che redige i bandi per tutti gli appalti pubblici e che deve garantire il rispetto degli accordi e dei contratti. E senza dimenticarsi della formazione, che deve tenere conto anche delle nuove tecnologie, e della creazione di nuove figure professionali trasversali che saranno necessarie per governare l’adozione di strumenti all’avanguardia – si pensi ad esempio alla telemedicina.

Cosa ha detto l’Assessora Lanzarin

A parole l’Assessora Manuela Lanzarin ha confermato l’apertura al dialogo tra Regione e parti sociali e la necessità di un patto trasversale tra chi fa programmazione, gli operatori, gli utenti finali e chi li rappresenta, per condividere un ordine di priorità per affrontare la “tempesta perfetta” che ha colpito il sistema sociosanitario veneto e dare significato alla riforma organizzativa. Dopo Pasqua è stata annunciata la convocazione di un tavolo sul DM77, in cui le organizzazioni sindacali verranno coinvolte per la messa a terra della riforma dell’assistenza sociosanitaria territoriale, già formalmente recepita. Sarà l’occasione per presentare il nuovo direttore generale dell’Area Sanità e Sociale della Regione Veneto, Massimo Annichiarico.

Sulle liste d’attesa, la Lanzarin ha ammesso che, pur avendo smaltito una parte significativa delle prestazioni accumulate fino al 31.12.21, nel corso del 2022 e di questi primi mesi del 2023 si è creato un nuovo accumulo, dovuto alla scarsità di personale ma anche a un aumento di circa il 30% delle prescrizioni di visite specialistiche e diagnostiche. Un incremento probabilmente legato alla sospensione della medicina preventiva durante la pandemia, aggravato dall’aumento dell’età della popolazione. «Servono risorse dallo Stato» ha concluso l’assessora.

Sulla tanto attesa riforma delle Ipab, più volte promessa e sempre rinviata, la Lanzarin ha dichiarato: «Stiamo lavorando a un testo che tenga conto degli ultimi provvedimenti in ambito sociosanitario che inevitabilmente impattano sulla riforma. Son fiduciosa che per metà anno avremo un testo su cui confrontarci».

Le conclusioni

«Per avere organici adeguati – ha ribadito Gianfranco Refosco, Cisl Veneto – servono interventi sia d’emergenza che programmatori: il rinnovo dei contratti nazionali di tutti i professionisti, lo stanziamento delle risorse da parte dello Stato, la regolamentazione della contrattazione di secondo livello, la valorizzazione della professione sociale e sanitaria».

«Le risorse sono fondamentali per cambiare la situazione – ha evidenziato Tiziana Basso – ma alla luce dell’inflazione a due cifre il finanziamento previsto dalla legge di bilancio è insufficiente, sia a livello nazionale che regionale. Dove recuperarle? A novembre avevamo proposto di applicare l’addizionale regionale ai redditi più alti per recuperare risorse per le famiglie in difficoltà e in particolar modo per sostenere la sanità pubblica». Perciò è essenziale che la gestione non cada in mano ai privati: «La regia deve essere pubblica e tenere insieme le filiere sanitarie e assistenziali per garantire un servizio pubblico universale e di qualità con al centro la risposta alla persona».

Ha concluso Roberto Toigo, Uil: «Cgil Cisl e Uil condividono una battaglia comune a difesa della salute e del sistema pubblico. La Regione a parole si è detta disponibile ad ascoltarci, ma se non seguiranno azioni concrete non ci fermeremo e coinvolgeremo tutta la popolazione del Veneto. È nostro dovere, per la tutela di utenti, operatori e cittadini tutti».

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