Più che una provocazione appare una constatazione e un conto matematico: l’esercito di vaccinatori mobilitato da Governo e Regioni rischia di superare la disponibilità stessa dei vaccini, anche nella migliore delle ipotesi di centrare l’obiettivo del Commissario Straordinario Generale Figliolo di 500 mila vaccinazioni giornaliere.
In Italia, infatti, ci sono 43 mila medici di famiglia, 13 mila guardie mediche; 10 mila pediatri di libera scelta; 60 mila odontoiatri; 40 mila farmacisti; 60 mila specializzandi; 20 mila dirigenti sanitari e altri 50 mila profili appartenenti ad altre categorie mobilitate allo “sforzo bellico” contro il virus.
“La tendenza – sostiene Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) – è a superare i 300 mila vaccinatori, per circa 250 mila vaccinazioni quotidiane attuali e 500 mila come obiettivo”.
«Se ci fossero i vaccini necessari – continua – e se non dovessero essere consegnate a ogni vaccinatore 10 dosi o multipli di 10, con questo ‘esercito’ si potrebbero fare molti più dei vaccini necessari. Ma così non ha senso. Serve un’organizzazione razionale non una folla di vaccinatori. In questo modo non è nemmeno chiaro con quale criterio si distribuiranno le dosi alle diverse categorie di operatori».
La soluzione? «Sarebbe stato utile puntare di più sui medici di medicina generale, che sono ben rodati sulle vaccinazioni, considerando che lo scorso autunno, da soli e in meno di tre mesi, hanno fatto dieci milioni di vaccinazioni. E questo nella seconda ondata senza essere vaccinati e con qualche problema sulla distribuzione dei vaccini», conclude Scotti.