Un incontro pubblico si è svolto mercoledì 9 settembre a Belluno per fare il punto sulla situazione nella nostra provincia in merito alla violenza contro le donne. Il coordinamento donne dello SPI e lo SPI CGIL hanno fortemente voluto ritornare su questo tema della violenza perché temono la decrescenza dell’ allarme sociale e non vogliono che diminuisca l’ impegno ad indagare le cause del fenomeno, e che magari si ritorni a tacere perché non c’è via di scampo.Per lo SPI CGIL questo è un impegno sociale e politico
Per analizzare dati e risposte come riporta il sottotitolo della locandina è stata chiesta la collaborazione a “Belluno–Donna”, una Associazione che si occupa con grande impegno del problema nella nostra provincia. Sono intervenuti Diana Perli, del Coordinamento donne Spi Cgil di Belluno;la dottoressa Francesca Quaglia responsabile del centro anti violenza “Belluno–Donna” che ha illustrato sia il fenomeno nella sua asprezza sia i numeri della violenza europei e nazionali e della nostra provincia.
I dati che fanno riflettere sono le percentuali. 1 donna su tre è stata oggetto di violenza. I numeri che fanno paura sono il numero dei femminicidi che dal 1990 ad oggi non regrediscono come invece è avvenuto per gli omicidi. Renato Bressan, segretario generale dello Spi Cgil di Belluno ha concluso dicendo che le parti sociali entrano in toto nel sostenere e dare visibilità a chi si occupa di fragilità delle donne dalla parte delle donne, e che nella contrattazione sociale va posta l’attenzione al tema del favorire le opere contro la violenza.
Ha coordinato Gentilin Maria Rita dello Spi Cgil.