Con nota datata 13 maggio 2024 la giunta regionale ha fornito alle Ulss e alle Aziende ospedaliere venete i “chiarimenti” in merito all’applicazione del decreto legislativo 124 del 1998. Si tratta del dispositivo che all’articolo 3 comma 13 contiene la famosa norma anti liste di attesa, la quale fa obbligo alle strutture sanitarie di rispettare i tempi di priorità indicati dalla prescrizione medica, anche, se necessario, attraverso il ricorso all’attività libero professionale intramuraria, addebitando al paziente il solo costo del ticket.
Riprendendo alla lettera la norma, la Regione specifica infatti che “qualora l’attesa della prestazione richiesta si prolunghi oltre il limite prefissato, l’assistito può chiedere che la prestazione venga resa nell’ambito dell’attività libero professionale intramuraria, ponendo a carico dell’Ulss la differenza tra la somma versata a titolo di partecipazione al costo della prestazione (il ticket, ndr) e l’effettivo costo di quest’ultima, sulla scorta delle tariffe vigenti“.
Viene esplicitamente esclusa, invece, l’ipotesi di ottenere un rimborso andando autonomamente “a pagamento”.
Le indicazioni operative dicono che le aziende sanitarie dovranno verificare: 1) che il cittadino abbia presentato formale istanza di autorizzazione a poter fruire della prestazione nell’ambito dell’attività libero professionale intramuraria; 2) che alla richiesta siano allegati l’impegnativa e il promemoria rilasciato dal CUP dove si attesta, tra l’altro, la data di appuntamento che supera i tempi propri della priorità assegnata.
“In ritardo la Regione Veneto comunica la procedura per rendere esigibile un diritto che era sulla carta da tempo” commenta Adriano Filice Segretario generale Spi Cgil Verona. “Dall’informativa si evince infatti: 1) che l’Ulss deve garantire la visita specialistica nei tempi previsti; 2) che qualora il Cup non sia in grado di farlo deve rilasciare adeguato promemoria; 3) che il cittadino che invia la richiesta l’Ulss, deve ricevere risposta. Tutti passaggi fino ad oggi per nulla scontati a tutela di un diritto che, fino a pochi anni fa, era per lo più sconosciuto“.
“Come Sindacato dei pensionati siamo soddisfatti e orgogliosi di avere fatto la nostra parte, assieme alle associazioni di settore e al movimento di opinione formato attorno all’emergenza Sanità, nel rendere noto questo diritto” prosegue il Segretario. “Dopo anni di denunce e la messa in campo di concrete azioni di tutela la strada per vedere abbattute le liste di attesa, la battaglia fa un passo in avanti, ma resta ancora lunga. La nuova procedura, infatti, vale soltanto per le prime visite e la diagnostica non di controllo. Insieme, dovremo dunque vigilare affinché le indicazioni vengano attuate dalle Ulss e che l’informazione arrivi correttamente ai cittadini, in particolare a pensionate e pensionati“.
“Si dovrà inoltre assicurare la corretta tempistica anche per le visite di controllo, che vengono fissate direttamente dallo specialista. Questo significa assicurarsi che alla prima visita segua sempre l’effettiva presa in carico del paziente. Non da ultimo, è evidente che il ricorso all’attività libero professionale intramuraria può essere l’estrema ratio e non la norma. Occorre pertanto continuare a lottare affinché il servizio sanitario nazionale venga adeguatamente finanziato e dotato di personale in numero sufficiente e di risorse in misura adeguata, ciò che oggi non accade lasciando soli e abbandonati i fragili come gli anziani non autosufficienti” conclude Filice.