Sindacato Pensionati Italiani Veneto

Cerca
Close this search box.

Non solo sanità e servizi: tagli anche nei Trasporti

di Ilario Simonaggio – FILT Cgil Veneto

Le organizzazioni sindacali FILT FIT UILT FAST FAISA UGL ORSA hanno unitariamente proclamato questa manifestazione, per dire un chiaro no al taglio del finanziamento del Trasporto pubblico locale.

Siamo al terzo anno consecutivo di tagli del finanziamento del trasporto pubblico locale! Ad ogni occasione ci viene confermato che il TPL è una priorità del paese solo a parole.

Oggi riapriamo con questa manifestazione, cui faranno seguito i presidi di tutte le prefetture italiane martedì 30 aprile, e infine la giornata di mobilitazione nazionale del 13 maggio che sarà per noi l’occasione di consegnare a Palazzo balbi sede della Giunta Regionale le decine di migliaia di cartoline raccolte su uno slogan semplice ed efficace “potenziare e migliorare il servizio di trasporto pubblico locale della nostra regione”.

Abbiamo con pazienza e dedizione in questi tre anni spiegato ed argomentato a tutti consiglieri regionali perché non si possono operare tagli insopportabili e insostenibili alla economia e società veneta.

Ci saremo aspettati che in sede di voto sul Bilancio 2013, tutti i consiglieri regionali dimostrassero con i fatti , che la responsabilità di non tagliare l’essenziale al trasporto pubblico locale è non solo invocata ma utilmente praticata.

Il finanziamento regionale è tra i più bassi in termini assoluti per le Regioni delle stesse dimensioni economiche e demografiche, e pure per chilometro percorso (1,2 euro per chilometro contro contributi doppi di altre Regioni).

Il contributo da ricavi da traffico è pari al 44,7% del costo del servizio risultando tra i più alti dell’Italia ( 30% dato medio con alcune Regioni al 10 -,15%).

La Regione Veneto, assecondando una richiesta individuale, ha sempre privilegiato, il trasporto privato.

La scarsa lungimiranza politica ha prodotto città sempre più invivibili con alti tassi di inquinamento e con una congestione urbana difficile da tollerare per il benessere collettivo di un territorio.

 

Nonostante la situazione: modesta qualità a bordo e a terra, carenza di materiale rotabile, vetustà dei bus, deficit infrastrutturale notevole, rete dei collegamenti con basse frequenza e notevoli smagliature sull’intermodalità si è registrata in questi anni una crescente domanda da parte della popolazione.

Nel 1986 si pianifica la creazione di una rete di trasporto pubblico che si consolidi poggiando sul Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale SFMR. L’idea positiva è di costruire una ossatura centrale sul quadrilatero della Padova –Treviso – Venezia PATREVE con nuovi treni ad alta frequenza in grado di attrarre nuova utenza con linee di adduzione tramite bus alle stazioni ferroviarie. Nel 1990 il SFMR è inserito nel Piano regionale dei trasporti e si garantisce un cronoprogramma lavori che consenta di completare la prima fase entro il 2003/2004.

Nel frattempo si apre alla liberalizzazione del Decreto Legislativo 422/97 che introduce l’ipotesi competitiva, i contratti di servizio, la carta di diritti degli utenti dei servizi, con la speranza che sia finalmente possibile passare dalle aziende municipalizzate a gestioni più imprenditoriali nel settore.

Nel Veneto si cominciano a praticare tiepidamente scelte che danno una giusta direzione di marcia attraverso la pianificazione di nuove condizioni di gestione e infrastrutture del TPL. Si tratta di qualche corsia protetta in più, nuovi sistemi come il tram di Padova e Mestre, la progettazione di quelli di Verona e Vicenza, la nascita di STI con l’idea di dar vita ad una società di TPL interprovinciale sulle tre province della Pa.tre.ve.

Nel 2007, dopo due scioperi generali unitari delle federazioni sindacali del settore per l’ammodernamento del settore, il Governo Prodi , conscio degli insopportabili ritardi del sistema italiano nemmeno confrontabile con gli altri paesi europei, stabilisce nella legge finanziaria 2008 un piano di intervento pluriennale che consenta la creazione di nuove infrastrutture ferroviarie, il maggiore finanziamento del TPL fermo da moltissimi anni, l’acquisto di nuovo materiale rotabile con lo slogan: mille nuovi treni.

Il finanziamento deve avvenire attraverso la compartecipazione delle Regioni al gettito delle accise petrolifere. Si tratta per il Veneto di una rimessa annuale di circa 80 milioni di euro per la gestione corrente e altrettanti per la spesa in conto capitale.

Il Governo Berlusconi , nel giugno 2008, conferma questo finanziamento. La Regione del Veneto sin da subito decide di incamerare le nuove somme di trasferimenti statali ma di tenersi mano libera nelle risorse benché si tratti di risorse vincolate per il trasporto pubblico. Il trasferimento delle risorse alle aziende avviene con lentezza e in modo parziale. Abbiamo ripetutamente denunciato che si sono tolte ogni anno somme vincolate dello Stato per il TPL tra i 20 e i 45 milioni di euro.

Le aziende , con le nuove risorse, come in qualsiasi attività imprenditoriale pianificano con gli enti proprietari nuovi servizi e la tenuta sociale ed economica del sistema. Si tratta di garantire l’equilibrio dei bilanci, una offerta con maggiori frequenze, su vettori più moderni, maggiore qualità dei servizi a bordo e a terra, il potenziamento e l’estensione della rete.

Le risorse consentono il rinnovo nel 2010 del contratto di servizio ferroviario con Sistemi territoriali e Trenitalia scaduto due anni prima con la copertura dei servizi a catalogo e la pianificazione in sei anni, opzionabile per altri sei anni di nuovo materiale rotabile.

La disponibilità di finanziamenti certi e dovuti consente di pianificare il servizio futuro. Purtroppo dura poco perché la manovra correttiva dei conti pubblici , varata a luglio 2010, prevede un taglio dal 2011 di 4 miliardi di euro alla spesa delle Regioni. Il taglio si abbatte come una mannaia sul TPL.

Le Regioni si oppongono alla manovra. Veneto e Piemonte con tanta tiepidezza, ritengono che i sacrifici finanziari alla Stato saranno pagati con lo scambio con il federalismo fiscale. Peccato che i tagli entrano in vigore con l’anno 2011 e il federalismo fiscale, ammesso che restituisca maggiori risorse al Veneto, in tempi considerevolmente diversi e maggiori (2014/2016).

La conferenza Stato Regioni in data 16 dicembre 2010 allenta il patto di stabilità 2011 e restituisce al TPL 75 milioni aggiuntivi al settore ferroviario e 420 milioni di euro al TPL.

Sono soldi del TPL perché a destinazione vincolata. Tutte le Regioni predispongono il bilancio 2011 con questa nuova disponibilità.

Il Veneto ancora NO. Il Veneto scopre che è molto meno virtuoso di quanto venda la propaganda politica per cui questa disponibilità si ipotizza di utilizzarla per più direzioni. Soldi del TPL, per il TPL, sono utilizzati per le esigenze varie del bilancio regionale. In assestamento di bilancio 2011 si provvede a riparare parzialmente riportando la quota assegnata al TPL a 268 milioni di euro ( dai 287, 2 milioni dell’anno 2010).

Questo fatto darà luogo nelle due annualità ( 2011/2012) a un lungo contenzioso con le aziende ( tuttora aperto e dagli esiti non scontati nonostante la inammissibilità del recente sentenza del Consiglio di Stato).

Per il servizio ferroviario assistiamo alle decisioni di sforbiciare i servizi minimi con la soppressione da luglio di 27 treni giorno, e da agosto l’aumento del 15% del costo delle tratta semplice ( 3% gli abbonamenti).

Siamo contrari a scaricare in maniera improvvisata i problemi su insostenibili aumenti tariffari!

Le tariffe possono fare una parte. Ma un conto è chiedere alle tariffe di farsi carico parzialmente del problema, in un contesto di maggiore offerta con nuovo materiale rotabile, un conto è che il conto invece di poggiare prima sulla fiscalità generale sia tutto sulle spalle dei pendolari. Sarebbe come volere che il costo degli ospedali lo paghino i malati!

Negli anni 2011 e 2012 è persino impossibile contare le manovre che hanno falcidiato i bilanci delle Regioni e il settore del TPL.

La differenza che ci sentiamo di denunciare è che nel mentre alcune regioni hanno provveduto con risorse proprie a coprire i tagli, o a ridurre in maniera sostanziale questa situazione , il Veneto ha solo fatto attività notarile. Il caso limite è senz’altro il bilancio 2013 dove si è semplicemente trasferita l’analoga somma del Fondo nazionale trasporti. Nemmeno un euro del fondo perequativo assegnato alla Regione Veneto ( 22 milioni di euro il fondo storico di cui 15 di pertinenza del TPL).Il concorso della Regione al servizio di Trasporto pubblico locale è pari a zero.

Dovrebbero provare vergogna per questo trattamento e atteggiamento nei confronti dei cittadini pendolari di questa Regione.

Non passeranno, non possono passare, non meritiamo questo trattamento!

Non accetteremo mai la conclusione che si possa:

tagliare l’acquisto del materiale rotabile offrendo treni e bus sempre più vecchi e sporchi; tagliare le linee e i servizi già oggi insufficienti; tagliare i servizi dalle località più periferiche; tagliare la frequenza nelle ore di morbida o alla sera o nei giorni festivi; tagliare il servizio nelle ore di punta perché è già cosi prossimo al trasporto delle sardine in scatola; tagliare i lavoratori occupati nei servizi diretti.

Non possiamo accettare aumenti spropositati dei biglietti ed abbonamenti perché si colpisce il reddito delle persone e delle famiglie già colpite dalla crisi economica e si finisce inesorabilmente per allontanare l’utenza dal servizio pubblico, e si stabilisce che la congestione da traffico e il PM10 la fanno da padroni nel Veneto in conseguenza dell’incremento di auto private in circolazione.

Vogliamo accettare la sfida della modernità e delle proposte se realizzate che migliorano il servizio, riducono i costi, rispondono alle aspettative degli utenti. Aalla Giunta Regionale del veneto diciamo:

Fate una gara regionale, come la Toscana, in questo modo finisce l’attuale frammentazione in cinquanta aziende che non consente economie di scala e risparmi di efficienza, efficacia economicità del servizio.

Completate con urgenza, ammesso che dopo vent’anni si possa parlare di urgenza, il SFMR e la rete metropolitana per collegare tutta la rete regionale.

Fatelo finalmente partire l’orario cadenzato dei treni, senza rotture di carico, in modo da dimostrare che avete sia pure tra ritardi e inadeguatezza il desiderio di migliorare il servizio.

Favorite le fusioni integrazioni tra le imprese attraverso bandi di gara che adottino criteri qualificanti sulle dimensioni e strutture delle imprese in competizione. Fate gare con risorse accettabili perché, come lavoratori, non ne possiamo più di subire ogni epiteto in conseguenza di una programmazione intempestiva, inefficace e insufficiente.

Razionalizzate le linee e riducete le attuali sovrapposizioni. Rivedete la rete per coprire i nuovi bisogni e favorire il trasporto pubblico.

Fate finalmente la integrazione tariffaria e biglietti unici per tutta la Regione in modo da evitare alla prima Regione turistica le esilaranti situazioni di più biglietti da ricercare, ammesso che si trovino, in angoli sperduti per fare pochi chilometri di uso dei mezzi pubblici. Migliorare controlli e facilità d’accesso ai servizi.

Fate più corsie riservate e protette per i mezzi pubblici nelle città venete. Paghiamo il triste primato nazionale della bassa velocità commerciale dei mezzi pubblici. Ogni anno in conseguenza del traffico privato la situazione velocità, sicurezza dei mezzi pubblici peggiora.

Garantite le risorse al trasporto pubblico e con coraggio e determinazione rendetelo più dignitoso per i 300.000 utenti veneti. Prima i veneti è fatto di tante piccole cose. Questa è una grande e buona cosa.

Date modo e voce alle associazioni di rappresentanza. Avete costituito il tavolo di crisi nel marzo del 2011. Convocato due volte in aprile2011 e poi messo in disparte con la cultura che le decisioni dell’assessore e della Giunta sono autosufficienti. Davvero strano modo di interloquire con i portatori di interessi.

L’osservatorio regionale costituito nel 1998 per legge non è mai stato riunito.

Avete messo in piedi una commissione sui costi e tariffe standard ad aprile 2011, l’avete cambiata nella composizione tre volte, dopo ben due anni non disponiamo ancora di alcuna valutazione a disposizione. La commissione ha terminato il lavoro a novembre 2012. Non si è trovato ancora il tempo e l’impegno di rendere pubblico lo studio. Nel frattempo si è fatto filtrare dati superficiali e sbagliati per aggredire i lavoratori come fossero dei ricchi nababbi alla spalle della fase di sacrifici che dispensate ogni giorno ai cittadini.

In due anni di crisi nessuna iniziativa degna di nota, uno straccio di idea che riordini il settore, un impegno a favore del servizio che garantisca il servizio minimo indispensabile, i livelli occupazionali, l’equità delle tariffe.

Il trasporto pubblico è la priorità che chiede alla politica regionale di dimostrare con i fatti quanto è capace e lungimirante: non fateci vergognare agli occhi delle altre Regioni e delle generazioni future.

FILT FIT UILT ORSA FAST FAISA UGL hanno trovato unità e determinazione per chiedervi che siano date risposte adeguate e sostenibili per la vita delle persone e l’ambiente.

Non molleremo la presa in vista dell’assestamento di bilancio 2013 in cui vi chiediamo sin d’ora di garantire almeno 13 milioni di euro al TPL ( gomma e navigazione) per tornare quantomeno alla stessa soglia di finanziamento dell’anno 2011. Nel contempo servono 7 milioni di euro per rispettare i contratti di servizio ferroviari con Trenitalia e Sistemi Territoriali Spa pena il continuo inevitabile peggioramento del servizio tra tagli, soppressioni, scarsa qualità. Tutte cose ben presenti e dimostrate in questi anni. La politica delle multe annuali milionarie a Trenitalia ha fatto risaltare che questa sola non paga e non rende alcuna giustizia agli utenti.

Infine non rinviate ancora l’avvio dell’orario cadenzato. Sono due anni che avete programmato lo studio le cui risultanze sono state consegnate alla Giunta nel 2012. Poi si è semestralmente rinviata la applicazione in attesa della consegna del materiale rotabile e delle risorse per finanziare la modifica oraria. Decidete che trovate i 15 milioni di euro annui necessari a cambiare musica nel servizio regionale ferroviario!

Abbiamo un comune sentire tra lavoratori e utenti: vogliamo presidente Zaia un trasporto pubblico di qualità a bordo e a terra. Fate responsabilmente come Giunta le cose giuste.

Venezia 23 aprile 2013.

 

Post correlati

SPI CGIL Veneto

Iscriviti subito alla nostra Newsletter

Ricevi tutte le notizie

compila i campi






Dichiaro di aver letto e compreso la vostra Privacy Policy.*


Dichiaro di aver letto e compreso la vostra Privacy Policy.*

Continuando a navigare nel sito acconsenti all'uso di Cookie Tecnici neccessari che permettono di offrire la migliore esperienza di navigazione, come descritto nell'informatva sulla privacy.