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Nel Bellunese un contribuente su tre dichiara meno di 1000 euro netti mensili. Per oltre metà dei pensionati (56%) l’assegno è inferiore ai 750 euro. Intanto però solo il 2% dei contribuenti denuncia entrate superiori ai 75 mila euro all’anno. I guadagni più alti a imprenditori e autonomi.

Analisi dello SPI CGIL sui dati diffusi dal MEF relativi ai redditi 2019 (anno di imposta 2018).

L’allarme del Sindacato dei Pensionati: “Diseguaglianze sociali ed evasione fiscale minano l’economia del territorio”.

BELLUNO. Se la ricchezza prodotta nel Bellunese fosse metaforicamente una torta, sarebbe facile mettere in evidenza le diseguaglianze sociali (e l’evasione fiscale) esistente all’interno del territorio. Allora, volendo seguire la metafora – che si sviluppa attorno agli ultimi dati diffusi in questi giorni dal Ministero dell’Economia e della Finanza su redditi 2019 (anno di imposta 2018) – la torta/ricchezza sfornata in provincia mette in evidenza il gap sociale esistente fra lavoratori dipendenti, imprenditori, autonomi e pensionati del Bellunese. Il tutto in un territorio dove il reddito medio procapite è di 20.379 euro (contro i 19.870 euro dell’anno prima) ma più di un terzo dei contribuenti (il 35%) denuncia entrate inferiori a 1.250 euro lordi mensili (meno di mille euro netti)

Nel 2019 la torta/ricchezza da oltre 3 miliardi e 300 milioni di euro è stata quasi tutta confezionata/prodotta (per l’87%) da lavoratori dipendenti e pensionati bellunesi. Queste, però, sono le due categorie che continuano a guadagnare meno, dato che i primi hanno redditi di poco superiori ai 21 mila euro (circa1.620 euro lordi al mese) mentre i pensionati hanno assegni al limite della sussistenza,  nel territorio con la più alta percentuale di anziani di tutto il Veneto (26,4% over 65 sul totale della popolazione): a loro spettano circa 1.250 euro lordi mensili una cifra che scende sotto i mille euro se si prende in esame il “netto”. Quindi, per i pensionati, i bilanci sono spesso al verde tanto più contando che il 56% delle pensioni bellunesi (37.486) è inferiore ai 750 euro lordi mensili. Con l’emergenza Covid la loro vita peggiorerà inevitabilmente.

Ben diverso il discorso per gli imprenditori bellunesi, che mantengono sostanzialmente inalterato la loro denuncia dei redditi, 38.836 euro lordi, e ancor più per gli autonomi, che vedono crescere i guadagni da 44.419 (anno 2017) e 47.364 euro lordi annui.

Ma torniamo alla nostra torta. Cosa succede a quei 3 miliardi e 300 milioni di euro prodotti per l’87% da dipendenti e lavoratori? Semplice, vengono distribuiti in modo del tutto disomogeneo. Un esempio su tutti: una fetta di quella torta, il 12% del totale, va a oltre un terzo dei contribuenti, cioè a quei circa 60 mila contribuenti che dichiarano redditi inferiori ai 15 mila euro lordi l’anno (circa mille euro netti al mese). Eppure una identica fetta (12%) va anche a una parte ben minoritaria, ovvero a quel 2% (sic) di cittadini che denuncia entrate superiori ai 75 mila euro lordi annui (6.250 euro lordi mensili). Esempio chiaro di iniqua distribuzione del reddito.

In piena emergenza Covid questi dati devono farci riflettere – commenta Renato Bressan dello Spi Cgil Veneto che ha elaborato la ricerca – Più avanti, quando l’emergenza sanitaria sarà finita, questo gap fra lavoratori, pensionati, autonomi e imprenditori potrà essere ancora più marcato e questo ci preoccupa. Diseguaglianze sociali ed evasione sono due malattie che rischiano di minare seriamente la salute della nostra economia. A nostro giudizio, questo trend deve indurre le Amministrazioni locali a sottoscrivere i patti antievasione, sia per recuperare risorse utili al finanziamento del welfare territoriale, sia per arginare comportamenti illeciti che danneggiano i tanti imprenditori onesti. Le disuguaglianze sociali nel nostro paese e nella nostra regione, contribuiscono a rendere ancora più pesante la situazione socio economica per tante famiglie e pensionati, già gravemente colpiti dalle conseguenze della pandemia”.  

Maria Rita Gentilinsegretaria provinciale dello Spi Cgil di Belluno, oltre a ribadire la necessità dei patti antievasione, punta l’attenzione sui pensionati, i più “poveri” di tutto il veneto dopo quelli rodigini. “Il nostro è un territorio dove esistono zone isolate – spiega la sindacalista – molti anziani sono soli e, come abbiamo visto, le loro entrate sono al limite della sussistenza. Il nostro compito in questo momento, anche tramite la campagna “Lo Spi c’è”, è quello di stare vicini ai soggetti più fragili e indifesi. Da una parte, cerchiamo di metterli al corrente sulle possibilità che vengono loro concesse, anche a livello nazionale, come la spesa alimentare solidale, che temiamo sia ignota a molti. Poi invitiamo gli enti locali ad avviare tutti quei servizi che possono dare conforto e aiuto a chi ne abbia bisogno: supporto psicologico telefonico, pasto a domicilio, assistenza domiciliare, tanto per fare alcuni esempi”.

Sintesi redditi (anno imposta 2019 dichiarazioni 2018 – provincia Belluno)
Reddito medio lordo annuo: 20.739 (2018);   19.870 (2017)
Ricchezza prodotta: 3.306.049.203 euro (2018); 3.209.171.630 euro (2017)
Dipendenti: reddito medio lordo annuo: 21.087 (2018)   20.932 (2017)
Pensionati pensione media lorda annua: 16.744 (2018)    16.253  (2017)
Imprenditori (contabilità ordinaria): 38.836 (2018) – 38.340  (2017)
Autonomi:Reddito medio lordo annuo: 47.364 (2018)   44.419 (2017)

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