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Medici di base, il sistema non regge

Il Veneto deve raddoppiare gli specializzandi

Non basterà portare pazienza per qualche anno, come gli studi più ottimistici – e lo stesso presidente della Regione Luca Zaia – ci invitavano a fare lo scorso agosto quando lo Spi Cgil rilanciava l’allarme sulla carenza di medici di base sul territorio. I diplomati delle scuole di specializzazione sono in numero insufficiente a coprire i buchi esistenti nell’assistenza territoriale e i pensionamenti attesi tra i medici attualmente in servizio. L’unica soluzione per non vedere collassare il sistema dell’assistenza primaria sul territorio veneto è raddoppiare i posti disponibili nelle scuole di specializzazione.

A spiegare bene la dinamica è stato il Preside della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova Prof. Angelo Paolo Dei Tos in una intervista rilasciata martedì 8 Ottobre al giornalista del Tg3 Regionale Veneto Davide Pyriochos.

Dei Tos fissa a quota 1.400-1.500 (rispetto agli 800 attuali) il numero degli specialisti che ogni anno sono necessari al sistema sanitario veneto per non implodere. E indica una soluzione molto semplice che evita anche tutte le polemiche sul numero chiuso: “I numeri degli studenti da ammettere sono determinati dal Ministero dell’Università e della Ricerca”. L’interlocutore, dunque, è il numero governo.

Sono numeri che riecheggiano anche nella ricerca “I medici di medicina generale in Veneto” commissionata dal gruppo consiliare regionale del Partito Democratico del Veneto: “Nel periodo 2014/2021 in Veneto sono state messe a bando 810 borse di formazione per MMG. Il Piemonte e l’Emilia Romagna, con circa mezzo milione di abitanti in meno del Veneto, hanno messo a bando nello stesso periodo rispettivamente 1.082 e 903 borse, mentre la Toscana con circa 1 milione e

200 mila abitanti in meno ha messo a disposizione 97 borse più del Veneto. Per numero di borse di formazione ogni 1.000 abitanti il Veneto si posiziona all’ultimo

posto”.

Il totale dei medici di base in Veneto nel 2021 è pari a 2.973. I medici di base under 55 (1.106) rappresentano il 37,2% mentre gli over 55 (1.867) sono il 62,8%. Si stima che il totale dei medici di medicina generale pensionandi tra il 2021 e il 2035 sarà di 1921.

Non c’è tempo da perdere, occorre che tutti (Governo, Regioni, Comuni) facciano la propria parte. 

Vedi l’intervista citata

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