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Filice (Spi Cgil Verona): «No ai medici di base a pagamento»

«Ancora 142 le zone carenti nel veronese. Serve l’impegno di governo, regione e sindaci»

L’iniziativa, per ora isolata, di un laboratorio privato di Treviso che fa pagare un corrispettivo a mo’ di ticket per erogare servizi di assistenza primaria, è il segno lampante che l’emergenza riguardante la carenza di medici di base, finora governata poco e male, rischia di rompere gli argini per sfociare in una inaccettabile deriva privatistica, come del resto è già nei fatti per quanto riguarda le visite specialistiche in cui i ritardi di risposta del soggetto pubblico spingono i cittadini a rivolgersi a servizi di diagnostica e cura privati.

Il tema di Treviso e della privatizzazione strisciante della sanità ricorre frequentemente anche in tutte le nostre assemblee pre-congressuali che come Spi Cgil Verona in queste settimane stiamo tenendo su tutto il territorio veronese. Come Sindacato delle pensionate e dei pensionati Spi Cgil ribadiamo che la prova inconfutabile dell’insostituibilità del servizio sanitario pubblico è stata data durante il periodo dell’emergenza Covid, e che non c’è altra strada che il potenziamento della sanità pubblica perché la privatizzazione priva le persone del fondamentale diritto alla Salute. Pertanto finché ci sarà il Sindacato e una Costituzione a tutela di un sistema sanitario pubblico, gratuito e universalistico, queste logiche non possono avere diritto di cittadinanza.

Assordante e inaccettabile è il silenzio di una parte della politica, che sarebbe chiamata, a partire dal livello nazionale di Governo, a programmare e ad affrontare i problemi che affliggono pensionate e pensionati. Invece constatiamo che i temi sul tavolo in questo inizio di Legislatura vertono su tutt’altri argomenti.

Anche la Regione è chiamata ad assumere iniziative urgenti per rimediare al grave deficit funzionale del sistema sanitario veneto: gli ultimi dati rilasciati da Azienda Zero confermano che sul territorio veronese (al 19 Ottobre 2022) ci sono ancora 142 zone carenti di medico di base contro le 146 di agosto (2 nuovi medici sono entrati nell’ambito di “Verona-Circoscrizioni 1-2-3”; un nuovo medico nell’ambito “Verona-Circoscrizioni 6-7, Lavagno e San Martino Buon Albergo” e un quarto medico a Palù).

I Comuni veneti e veronesi devono raccogliere le richieste e talvolta il grido di dolore che proviene dalle pensionati e dai pensionati, affrontando il tema del caro bollette e, per quanto riguarda la sanità, la carenza di medici di famiglia e i tempi lunghi di prenotazione delle visite e le difficoltà stesse a riuscire a prenotarle, creando le condizioni professionali e logistiche che favoriscano l’accettazione da parte dei medici di medicina generale degli incarichi nelle zone ancora scoperte da servizio di medico di base.

Adriano Filice, Segretario generale Spi Cgil Verona

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