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Liste d’attesa, parte la campagna di Cgil e Spi Venezia

NIENTE VISITA? DIFFIDA LA TUA ULSS! è la campagna promossa da CGIL e SPI Venezia per far rispettare i tempi di prescrizione delle prestazioni sanitarie

Venezia, 19 aprile. Le liste di galleggiamento continuano ad essere una vergogna inaccettabile che nega il diritto alla salute e umilia i cittadini che hanno bisogno di cure. Nel nostro territorio i tempi delle prescrizioni non sono rispettati, parlare solo di “consumismo” sanitario è il modo migliore per scaricare la responsabilità sui medici di base invece di assumere misure concrete aumentando gli organici e gli investimenti nel sistema sanitario – dichiarano Daniele Giordano, Segretario generale CGIL Venezia e Daniele Tronco, Segretario generale SPI CGIL Venezia

Abbiamo deciso di lanciare una campagna a tutela della salute delle cittadine e dei cittadini – proseguono Giordano e Tronco – utilizzando una legge mai abrogata che obbliga le ULSS al rispetto dei tempi delle prestazioni. I lavoratori e i pensionati potranno rivolgersi alle nostre sedi per essere assistiti alla compilazione della diffida o scaricare tutti i materiali dal nostro sito.

Le liste d’attesa rappresentano una delle principali negazioni del diritto alla salute che la nostra Costituzione garantisce, mentre sembra evidente che anziché risolvere il problema, la tendenza ormai consolidata sia di spostare il carico sulle prestazioni private (a pagamento). Significa far pagare i cittadini due volte, prima attraverso la fiscalità che finanzia il SSN, poi con il ricorso al portafoglio di ciascuno per vedersi garantite le cure e le visite in tempi congrui ai bisogni di salute.

Nel 2006 e nel 2007 due DGR regolamentano quanto previsto dal Decreto Legislativo del 1998, prevedendo che le ULSS indichino le procedure da seguire per prevedere l’erogazione in regime di libera professione intramuraria nei tempi previsti dalle prescrizioni. Si indica inoltre che questo debba avvenire con prenotazione a carico dell’azienda e senza oneri per il cittadino. Secondo quanto previsto dal 2016, è il CUP provinciale ad occuparsi delle agende di prenotazione in modo centralizzato.

Faremo rispettare la Legge Regionale 30 del 2016, che prevede anche l’obbligo per il medico prescrittore di indicare la classe di priorità entro cui la prestazione deve essere svolta, attraverso la compilazione e l’invio del modulo che abbiamo predisposto per le ULSS 3 e 4. Se le ULSS non daranno risposta al sollecito, invitiamo le cittadine e i cittadini a rivolgersi alle nostre sedi nel Territorio.

Siamo pronti a dare battaglia per vedere garantita una risposta ai bisogni di salute delle cittadine e dei cittadini, negati colpevolmente dal definanziamento del SSN da parte del Governo e da Regione e ULSS che anziché garantire risposte, assistono alle inaugurazioni di nuove strutture private che puntano esplicitamente ad accaparrarsi le prestazioni più remunerative, lasciando emergenze e prestazioni costose al sistema pubblico.

Come abbiamo già denunciato, la nostra Provincia vive un serissimo problema di mobilità sanitaria verso altri territori. Nell’ULSS Euganea si arriva a 12.295.637 euro con un incremento rispetto al 2021 di 826.135 euro, con 2921 ricoveri in aumento di 245. Nell’Azienda Ospedaliera di Padova si arriva a 21.833.731 con un incremento di 823.519 euro con 4.609 ricoveri e un incremento di 126. Nell’ULSS della Marca Trevigiana si arriva a 14.212.611 euro con un incremento di 1.134.564 e i ricoveri sono 3.302 in aumento di 381. Nell’ULSS Polesana si arriva a 5.478.933 con un incremento di 158.898 e con 1.253 ricoveri in aumento di 133.
La CGIL Venezia, un anno fa – concludono Giordano e Tronco – raccoglieva oltre 17.000 firme dalle cittadine e dai cittadini veneziani, contro ai tagli alla sanità pubblica. Abbiamo chiesto il potenziamento della sanità territoriale, l’abbattimento delle liste d’attesa, maggiori investimenti sulla sanità pubblica, un piano che ne aumenti gli organici e le retribuzioni, con diritti e salari adeguati anche per chi lavora negli appalti dei servizi non sanitari. Si tratta delle richieste portate avanti da migliaia di cittadine e cittadini, per le quali non abbiamo ancora ricevuto adeguata risposta.

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