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Il racconto delle esperienze dei volontari Spi Cgil nei campi antimafia prosegue con il resoconto del viaggio della delegazione vicentina e del lavoro svolto nel campo di Parete – Santa Maria la Fossa (Caserta) dal 2 al 12 agosto.

I volontari Spi del Veneto, per tutta l’estate e fino ai primi giorni di settembre, sono impegnati nei campi di Corleone (PA), Santa Maria La Fossa e Parete (CE), Erbè (VR), e Campolongo Maggiore (VE).

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Al ritmo della gratuità

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Protagonisti i volontari   SPI Cgil di Vicenza: Mariangela, Onorina, Adriano, Luigino e Mario

Città di  Parete (Caserta) – CAMPO DELLA LEGALITÀ – dal 2 al 12 agosto 2014

I magnifici 5 riusciranno a dare quello che le giovani forze di lavoro nelle terre confiscate alla mafia si aspettano? E non solo pane…!

Di noi cinque, Luigino e Adriano sono alla loro seconda esperienza, mentre Mariangela, Onorina ed io (Mario, ndr) dei perfetti inesperti. Figuratevi cosa ne può venir fuori. Una meravigliosa avventura, prima da vivere e poi da raccontare!

Ricevute le essenziali istruzioni da Moreno, che l’anno scorso ne fu protagonista (in pratica: in cosa consiste, dove andiamo e per cosa, s’è chiarito inoltre che Luigino sarà lo chef), accettiamo la sfida eccitati, un po’ incoscienti, ma tutti con molto entusiasmo.

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Sabato 2 agosto

Prima dell’alba, finalmente, si parte tutti alla volta di Parete. Mariangela e Adriano in treno. Luigino, Onorina ed io in macchina.

Da bravo autista, ho cercato di prevenire gli imprevisti del viaggio, programmando in linea di massima le soste per arrivare all’orario concordato con i nostri amici che hanno viaggiato in treno. La media chilometrica è stata buona (120 km/h) dunque non ci siamo fatti mancare la prima sosta, a Roncobilaccio, per il cappuccino e cornetto di rito, e sigaretta per i miei compagni di viaggio fumatori (…tanto io ho smesso di fumare due anni fa!).

Il tempo è stato piacevole e la media chilometrica migliore di quanto previsto. Ad arrivare a Roma c’è voluto veramente poco. Di lì in poi tuttavia il viaggio ha ricevuto un brusco rallentamento. Un traffico intenso ci ha obbligati a procedere per lunghi tratti a singhiozzo. La causa? Un incidente segnalatoci di lì a poco dai tabelloni autostradali. Onde evitare lungaggini ulteriori, decidiamo di lasciare subito l’autostrada approfittando dell’uscita di San Cesareo. Intanto s’era fatto mezzogiorno. Premurosi e un po’ curiosi, non avendo notizie dei nostri amici in treno, li abbiamo chiamati per degli aggiornamenti. Il loro viaggio procedeva senza particolari problemi. Avrebbero dovuto cambiare treno a Roma per proseguire per Aversa. Lì li avrebbe attesi Nello per portarli con il mitico furgoncino a Parete.

Per noi era arrivata intanto l’ora di pranzare e trovandoci ancora fuori dell’autostrada ne abbiamo approfittato. Senza troppe chiacchiere, cercando di rispettare la nostra tabella di marcia, ci siamo poi rimessi in viaggio, rientrando a Valmontone. Naturalmente speravo che i rallentamenti in autostrada dovuti all’incidente si fossero attenuati. Purtroppo così non è stato. Da qui fino a Caserta abbiamo dovuto procedere molto a rilento, accumulando circa un’ora di ritardo sull’orario previsto per l’arrivo. Intanto i nostri amici in treno, Mariangela e Adriano, erano ormai quasi arrivati ad Aversa. Finalmente arriviamo anche noi a Parete dove ci stavano attendendo Nello con Mariangela e Adriano.

Dopo le necessarie presentazioni, Nello ci ha accompagnati alla villetta dove avremmo alloggiato,  distante poco meno di un chilometro dalla scuola, nostra base di lavoro, e subito ci ha introdotto in quella realtà raccontandoci dapprima la storia di quella casa, sequestrata al camorrista Bidognetti che qui viveva con l’amante. Poi l’attività che noi e i ragazzi che sarebbero arrivati nel pomeriggio del giorno dopo avremmo dovuto svolgere. Ci ha anche illustrato il progetto che si sta realizzando in collaborazione con le associazioni SPI-CGIL, ARCI e NERO E NON SOLO di cui Nello è Presidente.

Nello ci ha fatto subito entrare nel vivo delle cose raccontandoci per più di un’ora con abbondanza di fatti e dettagli come e quanto sia complicato e difficile il contesto sociale impregnato così profondamente della mentalità mafiosa.

A cena saremo una ventina di persone. Grazie a degli appunti lasciatici dal gruppo di Treviso che ci aveva preceduto nel servizio e con quanto aveva acquistato Nello, il nostro primo approccio con i fornelli è stato più che soddisfacente.

Assieme a Luigino e Adriano (come detto, già alla loro seconda esperienza), ci siamo ripartiti i compiti tra noi: Luigino sarebbe stato il capo cuoco. Onorina, Mariangela e Adriano i suoi collaboratori. A me è stata affidata la cassa. Avendo la macchina, ho fatto l’autista a 360 gradi, per le più svariate necessità.

Verso le 20 sono arrivati Mimmo e Ilda (avvocato dell’associazione NERO E NON SOLO). Sono arrivati anche dei ragazzi stranieri (una dozzina) tra i 18 e i 35 anni, che avrebbero condiviso con noi la cena e tutte le serate successive, fino al lunedì seguente.

Alcuni parlavano bene l’italiano. Con loro, Mimmo e io abbiamo apparecchiato i tavoli in cortile per la cena. Da subito s’è creata una bella atmosfera di accoglienza. Abbiamo iniziato a conoscerci. Rotto il ghiaccio la serata è continuata nella cordialità. Con questi giovani, giorno dopo giorno, abbiamo potuto condividere bei momenti di aggregazione e di scambio, contagiandoci reciprocamente con le nostre esperienze di vita.

Si spengono le luci al termine della prima giornata. I segni della stanchezza ci sono tutti. Ma se il fisico reclama riposo, l’animo è contento e sereno.

Domenica  3 agosto

Ci alziamo di buon’ora. Fatta colazione, d’accordo con Nello, saremmo stati liberi fino alle 16,00.

Io, Onorina, Mariangela e Adriano abbiamo dunque deciso di spingerci a visitare Napoli. Luigino è rimasto a casa, preferendo riposare e magari cominciare ad organizzarsi per la cena. Nel tardo pomeriggio sarebbero arrivati infatti altri volontari.

Da Aversa per Napoli abbiamo preso il treno.

Napoli: spettacolare sotto tutti i punti di vista. Pranzo in centro, localino delizioso (vicino al monastero di Santa Chiara, proprio a Spaccanapoli). Il tavolo all’esterno ci ha fatto assaporare oltre ad un’ottima pizza anche uno spaccato di vita lungo la viuzza affollata da passanti e turisti. Da non dimenticare in questo diario la gentilezza e il sorriso dolce della cameriera.

Rientrati a casa Nello ci ha presentato le due volontarie, Michela e Carlotta, da Bologna. Più tardi sono arrivate le quattro ragazze di Lecco: Monica, Nausica, Katia e Paola.  Per cena dunque siamo già più di venti persone. Complimenti al cuoco. Riordinate le stoviglie, il dopo cena libero ha consentito un po’ a tutti di andare a riposare presto: l’indomani si sarebbe incominciato a fare sul serio!

Lunedì 4 agosto

La sveglia suona ‘prestino’. Colazione e via, ciascuno per strade diverse. Le ragazze partono con Nello per visitare le terre. Qualcuno va a fare la spesa. Poi il resto della mattinata lo trascorriamo a ripulire e riordinare il giardino esterno della villetta.

Pian piano il nostro piccolo team della cucina comincia ad amalgamarsi e funzionare sempre meglio. Anche i ruoli di ciascuno si vanno via via definendo: Luigino, il cuoco responsabile (…e niente male come cuoco!!!), Onorina e Mariangela le sue infaticabili collaboratrici. Adriano è stato precettato ad andare nei campi a lavorare, dove doveva usare il decespugliatore. Io invece, con la macchina, ho fatto l’autista per le più svariate necessità. Come cassiere, mi sono occupato di fare la spesa premurandomi che non mancasse mai niente a nessuno, in tavola ma non solo. Inoltre avevo l’incarico di apparecchiare i tavoli per pranzo e cena, ma appena potevo aiutavo in cucina come jolly (confesso che la mia specialità era….  Modestamente mi riusciva pure bene!).

Nel pomeriggio Nello, Mariangela, Onorina, io e le sei ragazze volontarie, siamo andati a Santa Maria la Fossa a visitare i terreni e le proprietà sequestrate alla camorra e date in gestione a AGRORINASCE. Lì le nostre ragazze avrebbero lavorato nei giorni seguenti.

Nel primo dei due siti che abbiamo visitato si sta facendo un grosso lavoro di bonifica e di ripulitura dalle erbacce di terreni incolti e abbandonati da anni. L’obiettivo è quello di ottenerne delle aree verdi per pic-nic, giardini e parchi da gioco per bambini e famiglie. Farne cioè dei luoghi d’incontro e di svago per chiunque, proprio lì dove fino a poco tempo prima, i boss del luogo proibivano ogni forma di transito e addirittura  impedivano l’accesso al fiume Volturno.

È stato molto bello vedere come grazie a tanto lavoro di tanti volontari, molti campi abbiano ripreso ad essere fertili e a dare poi, proprio quest’anno, il primo raccolto di frumento.

Ci siamo poi spostati, sempre lì in zona, in un allevamento delle famose bufale. Ricca e variegata è la filiera alimentare e l’indotto che deriva da tale attività: dalla produzione del latte alle rinomate mozzarelle, e tanti altri derivati, non ultimo le squisite ricotte di bufala.

Tornati a casa era già ora di cena. Lo chef Luigi, aiutato dall’ottimo Adriano, avevano già tutto pronto per la cena. Che bella famiglia! Si era in 25: stanchi per la giornata intensa, tante cose da raccontarci e da condividere con tutti. Mentre si mangiava (tutto buonissimo) era facile lo scambio di esperienze e opinioni così diverse. Un comune denominatore ci legava sempre di più tra noi: il desiderio di ripristinare la legalità con la nostra individuale fattiva partecipazione a questa esperienza.

Martedì 5 agosto

Adriano si è aggregato al gruppo delle ragazze. Doveva tagliare l’erba con il decespugliatore nel terreno di Santa Maria la Fossa. Le ragazze? Che meraviglia! Hanno fatto di tutto, proprio di tutto: hanno usato il seghetto, il rastrello, la zappa per le erbacce più ostinate. Un altro gruppetto di volontari si è occupato di    chiudere le buche sulla strada portando carriole di ghiaia. Che bello vedere insieme al lavoro tante persone così diverse!  Nello naturalmente coordinava il lavoro di tutti.

Luigi, Onorina, Mariangela ed  io siamo rimasti a casa a preparare il  pranzo.

Nel pomeriggio verso le 17 c’è stato un incontro presso la villetta, sede anche dell’Associazione Casertana Antiracket. C’era anche Mimmo con il responsabile del Comitato Antiracket della provincia di Caserta, Pietro Falco. Ci hanno parlato in particolare di Bidognetti (detto Ciccio o Cicciotto) e Totò Riina. Questi due avevano costituito una faida per il controllo del territorio attraverso le tangenti (anno 1985): “Pago chi non Paga”.

Per combattere la malavita organizzata è necessario istituire un’organizzazione.

Il Dr. Falco, su richiesta di alcuni di noi, ci ha parlato dell’inquinamento del territorio. Continui esami ed analisi di laboratorio sui terreni dimostrano che i vegetali non assorbono i metalli pesanti, quindi i prodotti agricoli possono essere consumati senza pericoli per la salute.

L’incontro è durato più di due ore e tutti eravamo molto interessati e coinvolti. Da quell’incontro era chiara per tutti la consapevolezza che insieme qualcosa si può cambiare. Si deve sempre dare sostegno e incoraggiamento ai giovani affinché siano attenti ed informati: questo è il principale strumento per migliorare le cose. Questo incontro ci ha uniti e affiatati ulteriormente.

Mercoledì 6 agosto

Sveglia alle ore 6.00. Luigino e Adriano hanno preparato la colazione per le sei ragazze e per noi cinque.

La giornata è serena. Nello ha accompagnato le ragazze e Adriano a lavorare nei terreni a Santa Maria La Fossa.

Nel pomeriggio invece tutti insieme siamo stati in CGIL a Caserta. Lì abbiamo incontrato il segretario provinciale dello SPI, Angelo Tenneriello. Questi ci ha parlato in particolare della piaga del lavoro nero in quella zona.

Il suo interloquire, così preciso e vissuto, ci ha fatto capire quanta ingiustizia ci sia e quindi anche quanta voglia di riscatto. Dopo la relazione si è aperto il dibattito, molto partecipato. Dagli interventi sono emerse non poche analogie con la realtà del lavoro nero nel nostro nordest. È anche emersa però una differenza: da loro regna una forte presa di coscienza che li porta a lottare per uscire da quei schemi. Da noi invece troviamo spesso rassegnazione, che ci porta ad accettare passivamente questi schemi perversi.

A conclusione c’è stato anche il tempo di mangiarci una buonissima sfogliatella assieme ad Anna Pisano dell’associazione NERO E NON SOLO, e di bere uno squisito caffè.

Alla sera a cena ci ha fatto visita una responsabile del progetto SPRAR (sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati).

Quel giorno si è aggregato a noi anche Alessandro, che sta facendo una esperienza di servizio civile. Con lui in villetta siamo dodici persone.

Giacché eravamo al completo, ci è pure venuta a mancare l’acqua. Per fortuna la generosità della nostra vicina di casa ci è venuta in soccorso. Grazie, grazie, grazie!

Giovedì 7 agosto

La sveglia era sempre di buonora e dopo un’abbondante colazione per tutti (caffè, latte, tè, fette biscottate, cioccolata, marmellata, biscotti) via a “faticà”. Chi a Santa Maria La Fossa, accompagnati da Nello, chi tra i fornelli.

Il momento del pranzo è sempre ‘desideratissimo’ da tutti. Il menù era sempre una sorpresa. Variava ogni giorno, era tutto buonissimo e abbondante. Ma la fame sembrava proprio tanta che spesso si arriva a fare la scarpetta col pane nel sugo rimasto sul fondo delle pentole.

Mi si consenta un cenno alla memorabile pasta con le zucchine e gamberetti! Adriano certo non la dimenticherà facilmente visto che l’aveva tanto desiderata, ma mai assaggiata, perché ‘terminata’.

Nel pomeriggio siamo stati tutti a Santa Maria Capua Vetere per una visita all’anfiteatro. Nello ci ha accompagnati, regalandoci abbondanti dettagli e particolari storici degni della miglior guida turistica. Il sito archeologico è costituito dall’anfiteatro e dall’annesso museo. Lì vi si trova una ricostruzione dell’anfiteatro di un tempo, con illustrazioni sulle attività che si svolgevano al suo interno: lotta tra schiavi, lotta contro animali feroci. Questo luogo è stato teatro della prima rivolta degli schiavi guidati da Spartacus nel 73 a.C.

Venerdì 8 agosto

Ciascuno al suo posto: le ragazze e Adriano al lavoro nei campi e noi ai fornelli.

Movimenta la giornata una visita del fratello di Onorina, don Raffaele Pettenuzzo, da oltre 10 anni Parroco nella Diocesi di Benevento, accompagnato da un diacono di Aversa. Sono rimasti a pranzo con noi conversando con tutti nel desiderio di capire il significato e il senso e l’obiettivo della nostra presenza lì.

Verso le 17.30 presso le scuole elementari, abbiamo avuto l’incontro con Gianni Cerchia, professore di storia all’Università del Molise. Studioso del fenomeno malavitoso locale e impegnato a combattere la camorra con la sua testimonianza, ha scritto di recente la prefazione di un libro su Cosentino, guadagnandosi la sua attenzione in tutti i sensi.

Ci ha parlato della differenza tra Mafia e Camorra, delle loro differenti origini, in senso territoriale/geografico e sociologico. Delle diverse finalità e dei differenti ambiti di infiltrazione. Il professore ci ha spiegato molto bene come questa realtà/ideologia sia facilmente attecchita nel territorio e omologata tanto quanto se non di più dello Stato e delle sue Istituzioni.

Tornati a casa ci siamo ritrovati di nuovo con il problema dell’acqua che non basta. La serata è stata allietata con la presenza dell’intera famiglia di Nello, suocera compresa, la quale ci ha fatto gustare una squisita pietanza a base di fagioli con le cozze. Complimenti!

Sabato 9 agosto

La squadra delle nostre sei lavoratrici, con a fianco l’imperterrito Adriano (fuori quota) e Alessandro si sono recati sempre nei campi a lavorare, rientrando puntuali per l’ora di pranzo. Il pomeriggio è trascorso piuttosto tranquillo. La serata senza particolari degni di nota, salvo l’arrivo di Mimmo e Ilda per condividere con noi la cena e passare ancora qualche momento insieme.

Domenica 10 agosto

Alla mattina alcune ragazze vanno alla S. Messa. Più tardi è arrivato Nello e insieme partiamo alla volta di Caserta. Alcuni di noi hanno visitato la Reggia, altri hanno preferito passeggiare per le vie del centro.

Ci siamo ritrovati tutti verso le 13.30 per una pizza insieme (ci hanno raggiunti anche la moglie di Nello e le loro splendide figlie). Nel primo pomeriggio abbiamo visitato la sede dell’associazione NERO E NON SOLO, cioè una chiesetta antica, dismessa, proprio vicino alla Reggia. Nello ci ha raccontato in breve la storia dell’associazione e di quella sede, ricordandone gli inizi molto difficili e la collaborazione generosa di molti, come il vescovo Nogaro che la diede in uso all’associazione, e le vicissitudini anche violente con intimidazioni di ogni genere!

Lunedì  11 agosto

Al mattino solita sveglia. Nello è venuto a prendere i ragazzi volontari e Adriano per l’ultima fatica nei campi di lavoro mentre noi quattro facciamo le pulizie nella villetta, e poi andiamo alla scuola a preparare l’ultimo pranzo. Come di consueto, andiamo a comperare alcune cose che mancavano e poi mentre facciamo da mangiare, iniziamo anche a mettere ordine in cucina per lasciare tutto in ordine per il gruppo che ci avrebbe dato il cambio di lì a poco.

E penso: cosa mi ha dato questo tempo trascorso qui? E realizzo: sicuramente sarà patrimonio del mio vivere futuro. Non faccio promesse, non sono abituato a farle. E come me, ognuno a suo modo avrà il tempo di ponderare e di prendere delle decisioni conseguenti. Sicuramente è stato un periodo qualificante del mio vivere.

Ma la giornata prosegue e si arriva all’ultima sera. Nulla di particolare, nessun proclama, ma tanta consapevolezza, qui serve questa! I saluti di rito e poi a dormire. Domani si parte. E questo è solo il primo atto.

Martedì 12  agosto

Ci siamo svegliati la mattina con un po’ di irrequietezza per il viaggio. Abbiamo salutato le ragazze e Alessandro. Loro partono verso le ore 8,30 accompagnate da Nello e il suo mitico furgone. Poi è ritornato con un presente per noi confezionato dalla moglie. Ci salutiamo anche tra di noi, perché Mariangela e Adriano ritornano in treno. Noi tre invece con l’auto che, tornati a casa, segna di aver fatto  1.850 chilometri.

(diario raccolto ed elaborato da Mario Maccà)

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