Con i colleghi di Fp Cgil Verona stimiamo che i rincari delle rette delle case di riposo a carico delle famiglie siano nell’ordine dei 2-5 euro al giorno. Ormai tutte o quasi le strutture del territorio hanno deliberato in tal senso per far fronte almeno in parte al rincaro dei beni energetici e dei beni alimentari. Ma per le famiglie si tratta di una batosta che può arrivare fino a 1.800 euro all’anno. In pratica è come se dovessero pagare una mensilità di retta in più.
L’attuale crisi energetica è soltanto la goccia che ha fatto traboccare il vaso di un sistema – quello delle case di riposo – che da solo è inadatto ad affrontare i cambiamenti demografici in corso e che, come tanti altri ambiti socio-sanitari del Veneto (vedi la carenza di medici di base), ha drammaticamente mancato di programmazione.
Da due legislature giace depositata in Consiglio regionale la proposta della giunta (primo firmatario lo stesso Presidente della Regione Luca Zaia) per la trasformazione delle case di riposo in Ipab. A livello nazionale non è ancora chiaro come il nuovo governo intende affrontare la delega per la nuova Legge sulla Non Autosufficienza approvata dall’ultimo governo Draghi, chiamata a dare sostegno effettivo alle famiglie nella cura degli anziani e dei disabili e ad allargare i servizi dell’assistenza domiciliare.
Molto equivoca è anche la posizione del governo sulla riforma della sanità territoriale e sull’inquadramento delle nuove case di comunità, che rischiano di restare vuote di personale.
A problemi complessi serve una risposta articolata, di sistema, che Regione e Governo di centrodestra oggi mostrano di non volere o non sapere dare.
A tutto questo si aggiunge la mancata rivalutazione completa delle pensioni, a creare il combinato disposto perfetto del mancato sostegno alle famiglie già gravate dalle difficoltà di tutti gli altri rincari.