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Nicoletta Biancardi confermata segretaria generale Spi Rovigo

«Siamo il sindacato di strada, vicino a tutti i polesani» 

In provincia il 27,3% della popolazione ha più di 65 anni, gli over 80 sono 20 mila. La pensione media è di circa 1.400 euro lordi, la più bassa del Veneto. Il 30% degli anziani vive con meno di mille euro lordi mensili, il 70% è donna. 

Dalla questione delle donne polesane all’impatto dell’inflazione nella provincia più povera del Veneto. Dalle esperienze maturate grazie allo sportello sociale al tema della legalità, con il primo campo antimafia organizzato sul territorio. Dai problemi dei medici di base e delle case di riposo alla bocciatura “senza se e senza ma” dell’agenda Meloni. Sono questi i principali punti affrontati da Nicoletta Biancardi, segretaria generale dello Spi Cgil di Rovigo, durante l’XI congresso del sindacato dei pensionati di Rovigo, che si è svolto lunedì e martedì scorsi al Censer in zona Fiere e che ha visto la riconferma della stessa Biancardi alla guida di un sindacato sempre più di strada e vicino alla gente, come ribadito con forza durante l’intensa due giorni congressuale. 

Punto di riferimento per i polesani. «Questi quattro anni mi hanno dato la possibilità di incontrare mondi culturalmente, politicamente e sindacalmente stimolanti – ha esordito la segretaria generale -, di conoscere donne e uomini interessanti dai quali ho attinto saperi, culture, conoscenze inestimabili che mi hanno arricchito come persona. Le Leghe Spi sono un punto di riferimento per i nostri anziani e non solo, ne raccolgono i bisogni e le istanze, li informano delle tante iniziative politiche e culturali organizzate nel territorio». 

I dati dei pensionati rodigini. I numeri del Rodigino, d’altra parte, lasciano poco spazio alle improvvisazioni. In Polesine vivono più di 62 mila e 500 anziani, il 27,3% della popolazione, record veneto assieme a Belluno. Gli over 80, molti dei quali non autosufficienti, sono quasi 20 mila, per il 70% donne. La pensione media lorda è di poco superiore ai 1.400 euro ed è la più bassa della regione con un divario di genere notevole: circa 1.600 euro lordi per i maschi e 1.200 euro per le femmine. Il 30% degli anziani vive con meno di mille euro lordi mensili, il 70% è donna. Se guardiamo solo le pensioni del settore privato, che rappresentano l’81% del totale, l’importo medio lordo si abbassa a 911 euro mensili, 1.216 euro per gli uomini e 684 euro per le donne. Il tutto in un periodo di inflazione spaventosa che nel 2022 ha eroso circa 200 euro al mese per ogni cittadino. 

Sportello sociale e legalità. In tale contesto, Nicoletta Biancardi ha esaltato «l’attività dello sportello sociale e lo straordinario lavoro fatto sulla legalità, con il primo campo antimafia organizzato in Polesine assieme a Libera e con le tante iniziative proposte nelle scuole». Ha poi ricordato altre importanti iniziative, come «il progetto di recupero dei Cippi commemorativi assieme ad Anpi e la Pastasciutta antifascista». Oltre alle «iniziative informative, culturali e ricreative su salute e benessere e ai progetti di invecchiamento attivo che hanno portato al rafforzamento del legame con Auser, Università Popolare Polesana, Anpi, Libera, Federconsumatori, Sunia e tante altre associazioni di volontariato e culturali». 

Manovra bocciata. Da parte della segretaria dello Spi di Rovigo, è arrivata poi una bocciatura netta del governo Meloni, dalla flat tax al taglio delle rivalutazioni fino all’accantonamento della legge sulla non autosufficienza. 

Un sindacato di strada. «Più che immaginare – ha concluso Nicoletta Biancardi – stiamo costruendo il sindacato di strada, la nuova frontiera del sindacalismo confederale. Vogliamo essere sempre più presenti con sedi e permanenze in quasi tutto il territorio polesano, aprendo anche nuove sedi, riuscendo a coniugare gli strumenti digitali con la fisicità e la tecnica, l’antico con il moderno, proiettandoci nel futuro, in un viaggio straordinariamente complesso ma avvincente che la pandemia paradossalmente ci ha insegnato, essere parte attiva del cambiamento, per poterlo adattare alla presa in carico affinché la modernità sia una risposta agli ultimi».   

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