Sindacato Pensionati Italiani Veneto

Cerca
Close this search box.

Carta prepagata “Dedicata a te”: uno schiaffo alla dignità

In distribuzione da oggi alle Poste la carta prepagata da 382,50 euro, da spendere entro la fine del 2023 in beni alimentari di prima necessità.

Barbaresi, Cgil: “Meno di un caffè al giorno dopo aver tagliato 2,7 miliardi dal contrasto alla povertà cancellando il RdC”.

Con uno stanziamento di 500 milioni di euro, il Governo Meloni ha istituito la carta “Dedicata a te”, una prepagata da 382,50 euro destinata alle famiglie in difficoltà – con Isee sotto i 15mila euro – nell’acquisto di beni di prima necessità. Per riceverla non è necessario presentare alcuna richiesta: è l’Inps a segnalare ai Comuni gli aventi diritto, che una volta ricevuta la comunicazione dal proprio Comune possono ritirare la card in posta. Secondo il Governo a beneficiarne saranno 1,3 milioni di famiglie.

Tre i requisiti per accedere al beneficio:

  1. essere un nucleo di almeno tre componenti
  2. avere un Isee che non superi i 15mila euro presentato entro maggio
  3. essere iscritto ad una anagrafe comunale

La graduatoria premia le famiglie con figli minori. Restano fuori dalla misura singoli, coppie, chi è incapiente e chi non ha fatto l’Isee, oltre a chi è destinatario di altri interventi di sostegno al reddito: Reddito di Cittadinanza, Naspi o cassa integrazione.

Attenzione: per attivare la carta è necessario effettuare un primo pagamento entro il 15 settembre 2023.

Tutte le info nel sito del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

Il commento della Cgil

Dopo aver tolto il Reddito di Cittadinanza a 500 mila nuclei familiari in condizioni di povertà e disagio, il Governo lancia in pompa magna quello che è semplicemente un contributo una tantum di 383 euro per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità: praticamente l’equivalente di un solo caffè al giorno”. Così la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi commenta la misura. 

Quindi – prosegue la dirigente sindacale – prima si cancella il RdC, risparmiando a regime 2,7 miliardi di euro da uno strumento di contrasto alla povertà, poi, anziché intervenire sul potere d’acquisto di salari e pensioni, si prevede uno stanziamento di mezzo miliardo di euro per una misura dall’impatto risibile”. 

Per Barbaresi “di fronte a ciò risultano davvero roboanti, al limite dell’imbarazzo, le dichiarazioni dei vari esponenti del Governo. Sarebbe questo il modo per sostenere le famiglie in difficoltà? Davvero uno schiaffo alle dignità delle persone in condizioni di disagio e povertà”, conclude.

Il commento dello Spi Cgil nazionale

La cifra è una miseria (in un anno poco più di 1 euro al giorno) e si fonda su un pregiudizio offensivo: i poveri non sanno gestire i soldi che ricevono. Infatti la lista dei generi alimentari che si possono pagare con la carta comprende 23 voci, escludendo centinaia di merci che pure rientrano tra i consumi essenziali delle famiglie. Inconcepibile è poi l’esclusione di migliaia di persone bisognose, soprattutto anziane, il cui nucleo familiare risulta formato da una o due persone. Dopo aver punito tante persone in povertà, tagliando il reddito di cittadinanza, ora il governo ha escogitato una misura non solo ingiusta ma tipica di un certo paternalismo autoritario“.

Post correlati

SPI CGIL Veneto

Iscriviti subito alla nostra Newsletter

Ricevi tutte le notizie

compila i campi






Dichiaro di aver letto e compreso la vostra Privacy Policy.*


Dichiaro di aver letto e compreso la vostra Privacy Policy.*

Continuando a navigare nel sito acconsenti all'uso di Cookie Tecnici neccessari che permettono di offrire la migliore esperienza di navigazione, come descritto nell'informatva sulla privacy.