Le dichiarazioni di importanti esponenti del Governo fanno temere che, anche questa volta, si intendano tagliare le pensioni per ripianare il debito generato dalla flat tax e poi dai condoni fiscali a favore degli evasori.
Le pensionate e i pensionati hanno già dato!
Se questo Governo pensa di tagliare ancora la rivalutazione degli assegni, scenderemo in piazza. E, se serve, faremo ricorso alla Corte costituzionale.
NON UN EURO preso dai pensionati va ai giovani o alle famiglie
visti i tagli a sanità e scuola. Il Governo ha bisogno di soldi per provare a mantenere le promesse elettorali, pur sapendo che non riuscirà a realizzarle.
NON UN EURO va alle pensioni di garanzia per i nostri giovani
che hanno di fronte a loro percorsi lavorativi poveri, saltuari, intermittenti e precari.
NON UN EURO va al fondo per la non autosufficienza
approvato dal Governo, ma totalmente privo di risorse.
Se si prosegue su questa strada rischia di saltare il sistema previdenziale pubblico.
È incredibile che si prospettino ancora tagli dopo quello enorme dell’anno scorso che ci è costato
10 miliardi in tre anni!
Deve essere chiaro a tutti che i soldi sottratti ai pensionati vengono tolti per sempre perché non sono più recuperabili! I pensionati non possono contare sul rinnovo di un contratto nazionale, hanno solo la rivalutazione per difendersi dall’inflazione e dall’aumento dei prezzi del carrello della spesa.
E non si dica che le pensioni “tagliate” sono le pensioni d’oro!
Un assegno di poco più di 2.100 euro lordi equivale ad una pensione netta di 1.600 euro. Si tratta delle pensioni di operai, insegnanti, impiegati tecnici: lavoratori che hanno versato i contributi ogni mese per gli oltre quarant’anni della loro intera vita lavorativa!
Il Governo metta finalmente in atto una politica decisa contro l’evasione fiscale e contributiva!
Il 7 ottobre tutti a Roma con lo SPI CGIL per manifestare contro i tagli e per difendere i nostri diritti!