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Anziani isolati nelle case di riposo, lo Spi Cgil di Rovigo fornisce venti tablet alle strutture polesane.

Biancardi: “Scelta condivisa da tutta la struttura, parte delle risorse sono frutto di autofinanziamento dei nostri collaboratori”

ROVIGO. Comunicare con parenti, familiari, amici durante l’emergenza Coronavirus. È questo uno dei desideri più presenti nei cuori degli anziani che vivono nelle case di riposo dove il dramma sanitario ha costretto gli ospiti all’isolamento.

Proprio in considerazione di questo pressante bisogno, lo Spi Cgil di Rovigo ha deciso mettere a disposizione venti tablet per ogni struttura, per mettere in contatto gli anziani (circa 2 mila quelli ospitati nelle 20 case di riposo rodigine) con i propri cari. Una iniziativa, quella dello Spi di Rovigo, finanziata dal sindacato rodigino e dagli stessi collaboratori che si sono “autotassati” per raggiungere questo importante obiettivo.

Conosciamo benissimo le tragedie che si stanno consumando nelle case di riposo – spiega Nicoletta Biancardi, segretaria generale dello Spi di Rovigo – da una parte la paura di ammalarsi dall’altra la disperazione per l’isolamento forzato, che aumenta la lontananza da figli, parenti, nipoti. Già alcune case di riposo si sono dotate di strumenti tecnologici per consentire i contatti a distanza tramite skype e altre applicazioni. Ora con il nostro apporto, la dotazione aumenta permettendo agli anziani ospiti di avere maggiori opportunità per sentire, e soprattutto vedere, sullo schermo i propri cari”.

L’iniziativa dello Spi di Rovigo si inserisce in un contesto che vede il sindacato dei pensionati in prima linea per aiutare e assistere le persone più fragili, soprattutto gli anziani e le anziane che vivono soli, senza scordare, appunto, chi è costretto in una casa di risposo.

Fare sindacato ai tempi del coronavirus costringe tutti noi a cambiare modalità di operare sul territorio, ma non di certo il nostro impegno, i nostri obiettivi e la difesa dei diritti e dei più debolicontinua la segreteria dello Spi Cgil di Rovigo -. Questa emergenza ha messo a rischio una parte della nostra popolazione, quella più fragile. Ecco perché è stato spontaneo, ci verrebbe da dire facile, pensare di dotare di strumenti tecnologici, come un tablet, tutte le case di riposo polesane, ben 20, che avessero aderito alla nostra proposta di fornitura stessa. Una parte del costo di acquisto dei tablet è a carico dello Spi Cgil di Rovigo e l’altra deriva da un autofinanziamento che ogni collaboratore ha voluto fare partecipando a questo progetto di solidarietà locale. Siamo convinti che anche un semplice sorriso, una parola, uno sguardo che queste persone anziane riceveranno dai loro cari sia in parte la restituzione di quello che loro hanno dato nella loro vita”.

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