Erano rimasti “ingabbiati” negli intricati meandri della legge Fornero, costretti a rinviare per anni il sospirato approdo alla pensione. Nell’arco del 2015, però, hanno finalmente maturato i requisiti per uscire dal mondo del lavoro, facendo crescere dell’85% il numero di pensioni di anzianità. È così che molti anziani veronesi nel 2015 hanno raggiunto l’agognato riposo, regalando alle statistiche numeri da record.
Nella provincia scaligera, infatti, nel 2015 le nuove pensioni liquidate erogate sono circa 1.500 in più dell’anno precedente e, all’interno di questa cifra, il numero di assegni di anzianità è cresciuto dell’84,4%, passando a 3.113 pensioni erogate, contro le 1.688 dell’anno precedente.
Il consueto bilancio sociale dell’Inps, insomma, racconta anche per la provincia di Verona un boom senza precedenti. E il motivo è presto spiegato.
“Per scoraggiare l’accesso alla pensione anticipata ai lavoratori che non hanno compiuto i 62 anni di età – spiegano Giuseppe di Girolamo, segretario generale dello SPI CGIL di Verona e Rita Turati, segretaria generale dello SPI CGIL del Veneto – la riforma Fornero del 2011 aveva introdotto un sistema di disincentivi che colpivano l’importo della pensione. La penalizzazione consisteva nel taglio dell’assegno pensionistico per ciascun anno di anticipo rispetto al 62° anno di età, con una riduzione pari all’1% per ciascuno degli ultimi due anni che mancano ai 62 e del 2% per ciascuno degli anni che mancano per il compimento del 60° anno. La legge di stabilità dell’1 gennaio 2015 ha congelato l’applicazione della riduzione”.
Altro motivo del boom, come ricordano ancora i due segretari, è legato all’opzione donna “i cui requisiti dovevano maturare entro il 31 dicembre 2015”.
Come detto, nel 2015 l’Inps ha liquidato nel Veronese 9.311 pensioni contro le 7.804 dell’anno prima (+19,3%). In pratica, sul totale delle pensioni erogate, quelle di anzianità rappresentavano nel 2014 il 21,6% del totale, nel 2015 la percentuale è salita di 11 punti, arrivando a quota 33,4%. La seconda tipologia di assegno previdenziale a livello numerico è relativa alla reversibilità, che, lo ricordiamo, riguarda per lo più donne.
A livello di categorie, invece, le pensioni liquidate riguardano per lo più lavoratori dipendenti cui spetta il 44% delle posizioni previdenziali accolte nel 2015, con un aumento del 27,5% in confronto al 2014. Poi, a seguire, troviamo gli artigiani (1.384 pensioni liquidate lo scorso anno, contro le 1.074 dell’anno prima, con un incremento del 28,9%) e i commercianti (910 contro 700, con un più 30% sull’anno prima).