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A Verona ancora 199 le zone carenti di medici di base

Spi Cgil Verona: “Situazione disastrosa

Con Delibera 411 del 23 giugno 2023 Azienda Zero ha aggiornato il conto delle zone carenti di medicina di base e degli incarichi vacanti di continuità assistenziale. Ai bandi del 31 maggio scorso, destinati a diplomati, nuovi arrivi da fuori Regione e a medici che si trasferiscono di ambito, avevano risposto in pochi, appena 18 domande, il che faceva già presagire il magro bottino che è stato confermato dopo le assegnazioni degli incarichi avvenute il 15 giugno. Rispetto alle 209 zone carenti di aprile, sono stati “tappati” appena 10 buchi, il che porta il conto delle zone carenti rimaste a 199. Ancora tante, troppe.

Andando a spulciare gli elenchi, si nota l’arrivo di due medici nelle Circoscrizioni 1,2,3 del Comune di Verona dove però mancano all’appello ancora 26 dottori, compreso quello richiesto nel quartiere di Parona. Un medico si è aggiunto anche nei quartieri est della città (Circoscrizione 6 e 7), che fanno ambito con i Comuni di San Martino Buon Albergo e Lavagno, ma restano ancora vuote le caselle di Lavagno e Porto San Pancrazio.

Ventinove camici bianchi (uno in meno di aprile) mancano poi all’appello nella cintura Sud del capoluogo, comprendente Buttapietra, Castel D’Azzano, San Giovanni Lupatoto e le Circoscrizioni 4 e 5 del Comune di Verona.

Si registra un medico in più per Palù, Ronco all’Adige e Zevio (dove ne mancano ancora 2), e uno per Isola Rizza, Oppeano e San Pietro di Morubio (dove ne mancano ancora 4).

Due nuovi arrivi anche nella zona del Lago, ma anche qui il bilancio è pesante: ne servirebbero altri 24, tra cui uno a Bussolengo, uno a Malcesine, Pescantina, Sommacampagna e Sona.

Altro punto nero è nel quadrante Sud-Ovest, la zona che comprende Erbé, Isola della Scala, Mozzecane, Nogarole Rocca fino a Villafranca: a fronte di 2 arrivi continuano a mancare 25 medici di base, tra i quali tre ad Isola della Scala, 3 a Villafranca e 2 a Vigasio.

Per quanto riguarda i medici di continuità assistenziale, gli incarichi vacanti sono scesi di una sola unità: da 117 a 116.

In queste condizioni il sistema sanitario è insostenibile: i cittadini non trovano assistenza sul territorio e si riversano nei pronto soccorsi degli ospedali che sono a loro volta in profonda crisi. Inoltre la conseguenza di una sanità pubblica che non risponde ai bisogni delle persone spinge i cittadini verso la sanità privata o a non curarsi. E’ un cortocircuito continuo che per molti diventa un dramma” commenta Adriano Filice, segretario generale dello Spi Cgil Verona. “Come Sindacato dei Pensionati non possiamo che continuare a denunciare una situazione che è diventata insostenibile. Oggi si paga drammaticamente la mancata programmazione delle istituzioni sanitarie e politiche e secondo noi manca una piena consapevolezza della condizione sociale e sanitaria delle persone più fragili. La sanità è un diritto di tutti sancito dalla Costituzione. La condizione sanitaria per le persone è assolutamente prioritaria e urgente. Noi pretendiamo risposte immediate. Noi vogliamo che si incrementino i fondi destinati alla sanità con risorse adeguate, che si faccia una seria campagna di assunzioni strutturali finalizzata a ridurre tutte le carenze, e che ci sia una forte sanità del territorio pubblica“.

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