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Violenza sulle donne anziane, un fenomeno ancora da indagare

In occasione del 15 giugno, Giornata Mondiale contro la violenza sugli anziani, pubblichiamo uno speciale dedicato alla ricerca “La violenza contro le donne anziane in Veneto”, commissionata da Spi Cgil Veneto a Ires Veneto.

Lo Spi Cgil con i suoi Coordinamenti Donne ha fra i suoi obiettivi prioritari il contrasto alla violenza di genere, in tutte le sue manifestazioni. La nostra generazione ha partecipato attivamente alle lotte più significative degli anni Settanta per i diritti e la parità di genere e per questo, ancor più di altre, sentiamo la responsabilità di difendere le nostre conquiste e contrastare ogni forma di discriminazione e violenza. Negli ultimi anni, in particolare, abbiamo iniziato a indagare il fenomeno della violenza contro le donne anziane: di fronte a una mancanza di dati specifici nelle statistiche esistenti, nel 2018 abbiamo compiuto noi un primo passo, con la ricerca “I bisogni delle donne anziane”, basata su oltre 800 questionari compilati da over 55 in tutto il Veneto. Il senso di solitudine, e a volte di disagio, emerso dalle risposte di molte delle donne coinvolte, insieme a preoccupanti segnalazioni di trascuratezza e sospetta violenza nei confronti di ospiti nelle RSA, ci ha spinto a proseguire nel nostro percorso commissionando una ricerca ad hoc a Ires Veneto. Dopo poco più di un anno di lavoro con il Direttore Igino Canale, la dott.ssa Alessandra Minello e l’Ordine degli assistenti sociali del Veneto, abbiamo un primo importante tassello da condividere e divulgare, consapevoli che non ci sono risposte definitive sul fenomeno, ma sicuramente uno stimolo a procedere con la nostra indagine e a lottare in difesa delle donne anziane e della loro dignità.

Elena Di Gregorio Segretaria Generale Spi Veneto
Rosanna Bettella Segretaria regionale e Responsabile del Coordinamento Donne Spi Veneto

Anche le donne anziane vittime della violenza maschile  

È un fenomeno ancora poco indagato ma non per questo meno drammatico. La violenza sulle donne anziane è purtroppo una realtà molto più diffusa di quanto si possa percepire, come confermano i risultati di una ricerca commissionata all’Ires Veneto dal coordinamento donne dello Spi Cgil del Veneto. L’indagine – che ha coinvolto centri antiviolenza e assistenti sociali della nostra regione – conferma l’esistenza di un problema che non può essere ignorato, pur di fronte alla carenza di denunce da parte delle vittime e di dati.

Secondo la ricerca, la violenza sulle donne anziane è in sei casi su dieci psicologica e si perpetra con umiliazioni, insulti, critiche e controllo su ogni azione quotidiana. In un quarto delle casistiche, la violenza è fisica mentre per il 10% è economica. Decisamente minoritaria la violenza sessuale. Ma chi è l’autore degli abusi? In un terzo delle situazioni, il responsabile è il partner, in un caso su quattro il figlio maschio e in uno su cinque la badante. Rarissimi i reati compiuti dal vicino di casa o da un parente stretto (ad esempio, il fratello o la sorella).

Quali sono i fattori legati a un maggior rischio di subire violenza e rimanere in silenzio? Come nelle altre fasce d’età, determinanti sono il basso titolo di studio (il 51,4% delle over 65 ha la licenza elementare, il 5,4% nessun titolo) e la mancanza di indipendenza economica, ma anche una maggior predisposizione ad una concezione più tradizionale dei ruoli, che relega la donna a “regina del focolare” al servizio dei bisogni familiari. Il livello di istruzione incide poi sullo stato occupazionale e di conseguenza sulla dipendenza economica. Da questo punto di vista il quadro in Veneto è impietoso: gli assegni previdenziali delle pensionate venete nel settore privato hanno importi nettamente inferiori a quelli dei “colleghi” maschi (circa la metà). In più, il 20% delle anziane non percepisce alcun reddito, avendo svolto la mansione di casalinga.

I dati, come detto, sono pochi e difficili da disaggregare, perché a livello regionale vengono raccolti senza attenzione specifica alle anziane. Ma è possibile dare una dimensione del problema analizzando le prese in carico da parte dei centri antiviolenza. Esaminando i dati del 2019, si può affermare che una donna ultra61enne su 2.844 si è rivolta a una di queste strutture per chiedere aiuto. Tuttavia, questo numero pare decisamente sottostimato proprio per la difficoltà, soprattutto tra le donne di questa fascia d’età, nel denunciare la violenza, da ricondurre alla paura di ritorsioni, all’incapacità di identificare come violenza certi comportamenti, al timore di non poter disporre più di sostegno economico e di mettere in discussione la loro situazione abitativa.

Insomma, la violenza sulle donne anziane è un fenomeno reale che va affrontato con decisione. È necessario, però, raccogliere i dati in modo chiaro e omogeneo e creare un protocollo condiviso per evitare che le grida di aiuto vengano sommerse sotto la polvere dell’incoscienza e dell’indifferenza.

Il commento di Alessandra Minello, ricercatrice Ires Veneto

C’è bisogno di trovare un significato condiviso di cosa significhi violenza contro le donne anziane, tenendo a mente i percorsi di vita e le caratteristiche generazionali, per creare protocolli dedicati. A mancare in Veneto sono anche i dati disaggregati per età che ci permetterebbero di conoscere a fondo il tema. Serve formazione specifica per chi si occupa di violenza ma anche per chi, in generale, si occupa di persone anziane e deve saperne riconoscere i segnali.

L’assistente sociale, un’antenna sul territorio

di Franca Bonin, Consigliera Ordine Assistenti sociali del Veneto

La ricerca “La violenza contro le donne anziane in Veneto” ha visto la collaborazione dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto che hanno contribuito alla costruzione del questionario successivamente somministrato agli iscritti del Veneto. Il tema proposto è di estremo interesse per i professionisti Assistenti Sociali che quotidianamente svolgono il loro lavoro di sensibilizzazione, prevenzione, accoglienza, ascolto, aiuto e promozione del benessere dei cittadini che a loro si rivolgono per affrontare e risolvere le loro difficoltà. L’attenzione al fenomeno della violenza di genere è di pertinenza soprattutto di alcuni Servizi sociali e sociosanitari, dove operano più figure professionali nella costruzione di progetti personalizzati che hanno come obiettivo primario il progetto di uscita dalla violenza.

È infatti responsabilità di ogni professionista saper creare il contatto con la persona per favorirne un primo aggancio che può essere fondamentale per costruire la relazione d’aiuto, motivandola a “chiedere aiuto” cogliendo sapientemente ogni segnale di sofferenza, facilitandone così l’accesso al Servizio a seconda della necessità.

Diventa quindi importante ragionare sui dati di ricerca per acquisire nuovi strumenti di lettura del fenomeno ed in particolare di un ambito, la violenza contro le donne ANZIANE, che non è adeguatamente considerata, che assume molteplici dimensioni che dovranno essere comprese alla luce anche delle tendenze statistiche di invecchiamento della popolazione, di rischi di isolamento e povertà.

La professione di Assistente Sociale è impegnata, oltre che ad occuparsi dei cittadini, anche a promuovere proposte di cambiamento nelle politiche sociali, ciò significa che ogni esperienza vissuta, ogni incontro con l’altro/l’altra, diventa patrimonio e voce che può contribuire a ridurre le disuguaglianze e i disagi delle nostre comunità. E diventa importante cogliere dalle ricerche, come questa, nuovi stimoli per una riflessione condivisa con altri soggetti pubblici e privati che sentono il dovere di occuparsi del bene sociale.

Franca Bonin, Rosanna Bettella, Alessandra Minello

Nella foto, Franca Bonin, Rosanna Bettella e Alessandra Minello

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