Il 5 febbraio si celebra la 10^ Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, che nel nostro Paese brucia quasi 13 miliardi di euro all’anno.
Sono impressionati i numeri dello spreco alimentare in Italia: oltre 5,1 milioni di tonnellate di cibo finiscono nei rifiuti, per un valore annuale di quasi 13 miliardi di euro, emissioni di gas serra per 4,8 miliardi di tonnellate e un consumo di acqua di 180 miliardi di metri cubi. Il fenomeno quindi ha diverse sfaccettature, di natura etica, economica e ambientale, e rappresenta un grave problema tanto più in questo periodo di crisi climatica ed economica.
In questo contesto è ancora più importante, in un’ottica di sensibilizzazione di cittadini, cittadine e imprese, la 10^ Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, che mira a raggiungere gli Obiettivi di sostenibilità fissati dall’Agenda delle Nazioni Unite 2030. L’obiettivo 12 in particolare promuove l’attuazione del programma decennale dell’ONU per un modello di consumo e di produzione sostenibile, tramite l’adozione di un approccio rispettoso dell’ambiente, in termini di utilizzo di prodotti chimici e di produzione e gestione di rifiuti.
Essenziale è ridurre notevolmente il volume dei rifiuti, da un lato con il recupero tramite raccolta differenziata, dall’altro con comportamenti virtuosi che diminuiscano a monte la produzione di immondizia. In particolare, è possibile agire sulla prevenzione dello spreco alimentare a vari livelli:
- perdite in campo
- dispersione alimentare negli step che precedono l’acquisto
- gestione e consumo del cibo nelle case – lo spreco domestico incide per oltre il 50% sulla filiera nazionale e internazionale
Ognuno di noi può nel suo piccolo contribuire a raggiungere gli Obiettivi dell’Agenda 2030, con azioni e comportamenti concreti nel proprio quotidiano. Come? Ce lo spiega ENEA con un semplice decalogo, che raccoglie 10 buone pratiche per ridurre gli sprechi alimentari e il conseguente impatto ambientale.
Per approfondimenti: www.sprecozero.it