La giovane regista francese si è aggiudicata il primo premio del concorso di cortometraggi organizzato da LiberEtà e Spi Cgil.
Dopo la vittoria del padovano Giuseppe Ferlito nel 2022, con il corto “Look around”, quest’anno a salire sul gradino più alto del podio del concorso Spi Stories è stata la francese Katia Crivellari, con “Open call”. Il suo cortometraggio ha superato la selezione della redazione di LiberEtà e poi della giuria tecnica, composta da Salvatore De Mola, sceneggiatore, Milena Cocozza, regista, Andrea Dorigo, regista, e Miriam Broglia, amministratrice delegata di Liberetà srl.
L’undicesima edizione di Spi Stories era dedicata al concetto di “Identità differenti”: identità individuale e di gruppo, identità di genere, culturale, religiosa, politica sociale. Un tema che ha stimolato un’ampia partecipazione: sono stati oltre 2.800 i corti inviati a LiberEtà per la preselezione, da cui sono uscite otto opere da sottoporre al vaglio della giuria. Tre i finalisti che hanno partecipato all’evento conclusivo a San Servolo, Venezia. Katia Crivellari, regista/attrice/ballerina il cui cognome tradisce le origini italiane (i nonni paterni si sono trasferiti in Francia da Contarina – Porto Viro), ha infatti battuto in finale lo spagnolo Robert Rabanal Ramirez, che partecipava con “Flow”, e Chiara De Angelis, con “Never turning around”, secondi pari merito. Menzione speciale a “Carapath” di Aurelien Mornet, che riprende anche il tema dell’acqua e dell’ambiente al centro della seconda parte della Festa di LiberEtà, in programma a Senigallia dal 13 al 15 settembre.
Sull’identità era incentrata anche la performance dell’attore Valerio Aprea, ospite dell’evento di premiazione svoltosi a San Servolo, che si è cimentato con uno scritto di Italo Calvino.
Il commento di Ivan Pedretti
Essere a Venezia è per noi una grande soddisfazione, a testimonianza della crescita che Spi Stories ha maturato negli anni. Nato con l’obiettivo di creare un ponte con le nuove generazioni e premiarne i talenti nella produzione di cortometraggi, quest’anno il concorso ha trattato la questione molto dibattuta dell’identità. Chi sono io? E soprattutto chi sono io in relazione agli altri e a ciò che mi circonda? concetti quali identità etnica, sociale e di genere, riconoscimento, differenza e disuguaglianza si stemperano nell’esperienza quotidiana soprattutto delle ragazze e dei ragazzi che sperimentano pratiche di convivenza utili a superare confini e barriere sociale e a smascherare e smentire pregiudizi, prefigurando così scenari futuri, possibilmente più solidali e aperti “all’altro”. I cortometraggi finalisti ci aiuteranno ad arricchire il nostro lavoro proprio grazie a questo prezioso confronto sull’identità.