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Sostegno al popolo iraniano nella protesta contro il regime

L’arresto e l’uccisione di Mahsa Amini, 23 anni, ha fatto esplodere la rabbia delle donne iraniane e dato il via a proteste popolari nelle piazze. Cgil, Cisl e Uil esprimono solidarietà.

La morte della giovane donna di origini curde, Mahsa Amini, 23 anni, arrestata perché non indossava correttamente il velo, come prescritto dalla morale degli ayatollah, e morta a seguito delle violenze inflittale da una ‘zelante’ squadra della polizia religiosa, ha fatto esplodere la rabbia delle donne iraniane trascinando la protesta popolare nelle piazze”. Lo affermano, in una nota, i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra, PierPaolo Bombardieri.

Per i tre dirigenti sindacali “la protesta che il regime teocratico affronta con ‘convinta durezza’ – come ha dichiarato da New York al margine dell’Assemblea delle Nazioni Unite, il presidente iraniano Raisi – coinvolge tutte le classi sociali a partire dai lavoratori che stanno scendendo in piazza, accanto alle donne, per rivendicarne la libertà. Il regime, infatti, utilizza il velo per marginalizzare le donne ed escluderle da ogni ruolo politico, culturale, sociale”. “Le donne iraniane non si sono arrese – proseguono Landini, Sbarra e Bombardieri – ed hanno riempito le strade e le piazze trascinando giovani e uomini al loro fianco, trasformando la protesta per le violenze subite in una denuncia del regime contro la repressione delle libertà individuali, contro la corruzione dilagante e per gli aumenti dei prezzi e dell’inflazione che hanno ridotto in povertà milioni di famiglie. Il popolo iraniano, quindi, non sta chiedendo solo pane o lavoro, ma libertà”.

Morti, feriti ed arresti non si contano. A una settimana dalla morte di Mahsa – aggiungono i leader delle tre Confederazioni – un’altra ragazza simbolo della protesta contro l’obbligo del velo, Hadis Najafi, 20 anni, è stata uccisa da sei proiettili durante una manifestazione a Teheran. In Iran diritti e libertà sono negati, i sindacati indipendenti sono repressi sul nascere ed i sindacalisti arrestati e torturati. Nonostante questi fatti, nel Kurdistan iraniano, è stato indetto con coraggio lo sciopero generale”.

Esprimiamo sostegno e solidarietà alle donne e al popolo iraniano, ribadiamo il nostro impegno e azione in Italia, in Europa e nel mondo per l’affermazione della democrazia, dei diritti civili, sociali, economici e culturali universali fondamentali per la convivenza, il benessere, la sicurezza e la pace”, concludono Landini, Sbarra, Bombardieri.

Foto di Artin Bakhan su Unsplash

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