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Rette RSA, la denuncia e le richieste dei pensionati veronesi

Noi, come organizzazioni sindacali, ci opponiamo fermamente agli aumenti inaccettabili delle rette delle case di riposo che da più parti in questi giorni sono annunciati come inevitabili. Di fronte agli annunci diffusi da varie fonti riguardo agli aumenti delle tariffe nelle strutture per anziani, è imperativo sottolineare che non rimarremo impassibili.
Denunciamo con forza che questa difficile situazione sociale delle persone non autosufficienti sta ricadendo pesantemente sulle loro spalle e sulle famiglie. Attualmente, una persona che necessita di assistenza in una struttura per anziani si trova ad affrontare tariffe che superano i 3.000 euro al mese senza impegnativa regionale e oltre 2.000 euro con tale impegnativa.
Le impegnative della Regione Veneto sono assolutamente insufficienti per far fronte ad una richiesta di assistenza sempre più grande e che è destinata a crescere nei prossimi anni vista la dinamica demografica.
Riteniamo scandaloso e deplorevole che il Fondo regionale per la non autosufficienza non sia aumentato per affrontare la domanda che in questi mesi allunga la lista di attesa che al momento è di 1.600 persone.

Le impegnative di residenzialità sono fondamentali, oltre all’indennità di accompagnamento, per affrontare i costi a dir poco impegnativi per le famiglie che in molti casi devono vendere i propri beni per garantire assistenza ai propri cari.

Le difficoltà che stanno vivendo le case di riposo le famiglie degli ospiti rappresenta, peraltro, soltanto la punta dell’iceberg di una condizione sociale in via di grave deterioramento: per ogni anziano non autosufficiente che trova posto in una casa di riposo ce ne sono almeno 4 che vengono assistiti a casa: circa l’ 85% delle persone non autosufficienti vengono infatti assistiti a casa con l’ausilio dei cargiver (familiari), assistenti familiari (badanti), Adi (assistenza domiciliare integrata) e Sad (servizio di assistenza domiciliare).

Riteniamo inaccettabile questa condizione che coinvolge migliaia di individui e famiglie, e la principale responsabilità di tale situazione ricade sulla Regione Veneto. Pertanto, rivolgiamo le seguenti richieste:

  1. Riforma Regionale delle Case di Riposo: la Regione Veneto deve urgentemente promuovere una riforma delle case di riposo, una questione che è stata irresponsabilmente rimandata per troppo tempo.
  2. Aumento Significativo delle Impegnative Regionali: chiediamo un incremento significativo delle impegnative regionali per sostenere le famiglie nell’ambito sanitario.
  3. Aumento del Fondo Regionale per la Non Autosufficienza: è essenziale aumentare il finanziamento del fondo regionale per la non autosufficienza al fine di migliorare le condizioni di coloro che dipendono da queste strutture.
  4. Applicazione dell’Aliquota Irpef Regionale per i redditi alti: per garantire una maggiore equità, chiediamo l’applicazione dell’aliquota Irpef regionale per i redditi più elevati.
  5. Per quanto riguarda il punteggio per il riconoscimento delle impegnative sanitarie individuali (schede Svama), la valutazione andrebbe conferita a un unica commissione territoriale Ulss 9 e non più a livello distrettuale. A “parità” di condizione psico fisica dei richiedenti si riscontrano “discresie” applicative da distretto a distretto….

Per queste ragioni, non possiamo accettare ulteriori aumenti delle rette delle case di riposo. Chiediamo un intervento concreto a sostegno delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie.

I NUMERI DELLE CASE DI RIPOSO A VERONA

  1. Nel territorio dell’Azienda ULSS 9 Scaligera ci sono 52 strutture private accreditate e 19 strutture pubbliche (IPAB).
  2. Le strutture private sono gestite da enti del Terzo Settore, congregazioni religiose ed enti profit, con una media di 77 posti letto e un totale di 5.495 posti letto accreditati, che aumenteranno a 6.197 con la nuova programmazione.
  3. Nel Fondo Regionale della Non Autosufficienza, l’ULSS 9 utilizza 4.612 impegnative, suddivise in 93 QSA.
  4. La graduatoria provinciale (RUR) mostra 1.600 persone con punteggi variabili, indicando una crescente domanda non soddisfatta di posti letto.
  5. La retta sanitaria può essere di primo accesso (30 euro pro-die) o temporanea/definitiva (52 euro pro-die), con una quota sociale a carico degli assistiti.
  6. L’accesso ai centri per anziani non autosufficienti avviene tramite domanda presentata dai familiari o tutele, seguita da una valutazione multidimensionale.
  7. Nel territorio della provincia di Verona, operano 14 centri diurni per anziani non autosufficienti.
  8. L’assistenza medica è fornita dall’ULSS, con medici curanti garantendo 22 ore settimanali ogni 60 ospiti.
  9. L’Azienda ULSS fornisce farmaci attraverso la propria farmacia per gli ospiti non autosufficienti.
  10. Il quadro attuale dei servizi infermieristici domiciliari mostra il numero di infermieri suddivisi per distretto.

Punti chiave:
• Strutture private e pubbliche nel territorio ULSS 9: 52 private, 19 pubbliche.
• Posti letto totali: 5.495
• Impegnative Fondo Regionale Non Autosufficienza: 4.612.
• Graduatoria provinciale (RUR): 1.486 persone con punteggi variabili.
• Retta sanitaria: primo accesso (30 euro), temporanea/definitiva (52 euro).
• Accesso ai centri per anziani: domanda valutata da equipe multiprofessionale.
• Assistenza medica: fornita dall’ULSS con medici curanti.
• Farmaci: forniti direttamente dalla farmacia dell’ULSS.
• Servizi infermieristici domiciliari: numero di infermieri per distretto.

LISTE DI ATTESA

Oggi sul territorio provinciale veronese in lista di attesa per entrare in casa di riposo ci sono 1.147 persone già certificate, in possesso quindi di tutti i requisiti di accesso previsti. Altre 300 persone sono in attesa di essere inserite in lista, con scheda Svama confermata (la scheda Svama è la valutazione multidimensionale della persona). Ulteriori 250 persone hanno inoltrato la domanda e sono in attesa della presa in carico. In totale la quota aggiuntiva di domanda da soddisfare ammonta quindi a quasi 1.700 persone (1.697).

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