Sindacato Pensionati Italiani Veneto

Cerca
Close this search box.

Negoziazione sociale con il comune di Verona: potenziare i servizi a favore di anziani e fragili

Verona, 18 dicembre 2023. Nell’ambito delle attività di negoziazione sociale che ci vede impegnati con i Comuni dell’intero territorio provinciale, come sindacati dei pensionati veronesi di Cgil, Cisl, Uil abbiamo avuto un incontro con il Comune di Verona nel quale abbiamo discusso della situazione dei redditi dei pensionati e delle pensionate veronesi, dei servizi pubblici necessari ad accompagnare le politiche di invecchiamento attivo, di assistenza sociale a favore delle persone non autosufficienti, di sostengo alla maternità e di lotta alla violenza e alle discriminazioni di genere e di età.

Abbiamo apprezzato la volontà espressa dall’assessore al Bilancio Michele Bertucco di confermare la no tax area sulla addizionale comunale Irpef, come da accordo sindacale dello scorso anno, a tutela delle fasce più deboli.

Nuovi elementi di turbamento e preoccupazione nel frattempo intervenuti riguardano i tagli operati dall’attuale governo ai trasferimenti ai Comuni, e soprattutto il taglio dei fondi a sostegno degli affitti che ha aggravato la condizione delle persone e delle famiglie in stato di disagio abitativo.

Registriamo pertanto con favore la volontà espressa dal Comune di Verona – ribadita di recente durante la presentazione del bilancio di previsione 2024 – di mantenere intatti i livelli dei servizi attuali, e di cominciare contemporaneamente a lavorare al potenziamento di alcuni di essi. All’incontro era presente anche l’assessora alle Politiche sociali e abitative Luisa Ceni.

Su questo passaggio del potenziamento dei servizi riteniamo si debba aprire un confronto periodico prendendo le mosse da quelli che sono i bisogni delle pensionate e dei pensionati. Occorre sviluppare una attenta politica sulle soglie di reddito – tipicamente misurate con l’indicatore socio economico Isee- che regolano l’accesso ad alcuni servizi a richiesta individuale, come l’assistenza domiciliare, che deve essere sempre più orientata a favorire la permanenza degli anziani presso la propria abitazione.

Altri temi oggetto di confronto e di azione immediata da parte del Comune dovrebbero essere la formazione delle assistenti domiciliari (cosiddette badanti) e la messa in atto di iniziative utili a favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Vanno infine attentamente monitorati, anche in collaborazione con le Circoscrizioni, le criticità riguardanti l’abitazione, i trasporti e la vivibilità dei quartieri.

Come organizzazioni sindacali ci impegniamo fin da subito a favorire un confronto fattivo con questa amministrazione comunale sui temi per noi centrali ma che interessano anche tutto il resto della città.

I segretari generali di categoria:
Adriano Filice, Viviana Fraccaroli, Gianluigi Meggiolaro
Spi Cgil Verona – Fnp Cisl Verona – Uilp Uil Verona



Focus 1: dove va la ricchezza a Verona?

Nel 2021 il reddito medio annuale di un cittadino veronese è di 26.921 euro contro i 24.955 euro del 2015 (+7,8%). Esistono tuttavia profonde differenze a seconda dell’origine del reddito individuale. Il reddito medio di un lavoratore dipendente è  infatti di 23.859 euro, sostanzialmente stabile (+3%) rispetto ai 23.157 euro di 6 anni prima. Il reddito medio di un pensionato nel 2021 è di 21.984 euro, leggermente superiore (+12,5%) ai 19.556 del 2015. Il reddito medio di un lavoratore autonomo è invece passato dai 48.538 euro del 2015 ai 71.015 euro del 2021 (+46,3%). Stessa dinamica per il reddito medio da impresa, passato dai 44.658 euro del 2015 ai 65.568 euro del 2021 (+46,8%). Meno brillanti ma comunque sostenute le performance dei redditi provenienti da impresa semplificata (+20,2%) e da partecipazione di impresa (+15,4%).

Questi dati suggeriscono che l’incremento di ricchezza complessivo registrato nella città di Verona tra il 2015 e il 2021 – pari in valore assoluto a +459 milioni di euro – è andato completamente a svantaggio dei redditi da lavoro e da pensione. Infatti, se consideriamo che il 56,2% del reddito complessivo cittadino continua ad essere costituito da lavoro dipendente e un altro 34,4% da pensione, possiamo apprezzare come l’aumento di ricchezza sia stato fruito soprattutto dal 10% di lavorio autonomo al vertice della piramide sociale cittadina.

Questo divario spiega come mai Verona sia una città ricca “sulla carta” ma il 35,2% dei contribuenti presenti un reddito che non arriva ai 15 mila euro all’anno. I veronesi che guadagnano tra i 15 e i 26 mila euro all’anno sono il 29,9% nel 2021. La “classe media” è una ristretta fascia di poco più di un quarto della popolazione che fruisce di un reddito compreso tra i 26 mila e i 55 mila euro all’anno. I “ricchi” una piccola frazione dell’8% che guadagna più di 55 mila euro all’anno.



Focus 2: spesa corrente del Comune di Verona per il sociale


Nel 2022 la spesa corrente del Comune di Verona per il sociale è così ripartita: per ogni cittadino si spendono 100 euro all’anno per servizi 0-6 anni (scuole di infanzia e asili nido); 44 euro per la disabilità; 30 euro per l’esclusione sociale; 26 euro per servizi socio-sanitari e sociale; 25 euro per gli anziani; 18 euro per il diritto alla casa; 16 euro per le famiglie; 2 euro per associazionismo e cooperazione.

Nel complesso le voci di spesa più consistenti del welfare locale sono l’Istruzione (167 euro/procapite) e i trasporti (160 euro/procapite), senza contare lo smaltimento dei rifiuti (180 euro procapite). Alla cultura vanno 25 euro procapite, allo Sport 21 euro procapite.

Post correlati

SPI CGIL Veneto

Iscriviti subito alla nostra Newsletter

Ricevi tutte le notizie

compila i campi






Dichiaro di aver letto e compreso la vostra Privacy Policy.*


Dichiaro di aver letto e compreso la vostra Privacy Policy.*

Continuando a navigare nel sito acconsenti all'uso di Cookie Tecnici neccessari che permettono di offrire la migliore esperienza di navigazione, come descritto nell'informatva sulla privacy.