Da operaio a dirigente della Cgil in una fase straordinaria della storia del sindacato italiano: è un pezzo della storia raccontata da Agostino Marianetti, Segretario Generale aggiunto della CGIL nazionale, nel libro “Io c’ero” (l’Ornitorinco edizioni) presentato a Padova giovedì 16 febbraio alla ore 16:00 (presso la sala W.Maccato della CGIL di padova, via Longhin 117). Si tratta della testimonianza di una vita interamente segnata dall’impegno nel sindacato (dalla fabbrica alla Segreteria generale Cgil), nella politica (dalla Federazione giovanile socialista al Comitato esecutivo nazionale del partito di Craxi), nelle istituzioni elettive (dal comune di Colleferro a quello di Roma, al Parlamento).
Alla presentazione, organizzata dallo SPI e la CGIL di padova e dal Circolo fratelli Rosselli del Veneto, partecipano:
Ivan Pedretti, segretario generale SPI CGIL nazionale
Angelo Cresco, già dirigente della CGIL di Verona e Vicenza e deputato socialista
Renato Marcon, rappresentante del Circolo Fratelli Rosselli del Veneto
Christian Ferrari, segretario generale CGIL di Padova
Alessandro Chiavelli, segretario generale dello SPI Cgil di Padova introduce l’iniziativa, moderata da Roberto Franco, già dirigente CGIL di Padova
La partecipazione al dibattito è aperta a tutti.
“IO C’ERO” di AGOSTINO MARIANETTI: LA STORIA
L’autore, con un racconto appassionato ma di grande onestà intellettuale, propone un viaggio nella politica italiana, guardando in particolare ai sindacati e ai partiti della sinistra. Sullo sfondo non manca il privato, ma c’è soprattutto l’Italia del dopoguerra, del miracolo economico, delle lotte e delle conquiste sindacali, del terrorismo, sino all’epilogo di Mani pulite e della scomparsa dalla scena dei partiti che formavano il governo dell’epoca. Dolorosissima, per l’autore, la fine del Psi per l’azione concentrica di settori della magistratura e dell’allora Pci. Un avvenimento che segnò anche la fine dell’impegno politico dell’autore, indisponibile a sacrificare la sua coerenza in altro tipo di partiti o schieramenti. Non manca lo sguardo sull’attuale politica: nell’ultima parte, Marianetti, dalla sua “finestra” guarda con distacco e malinconia a una democrazia che giudica “sofferente”.