Spi Cgil Verona: «Rilanciamo diritti e potere di acquisto»
In preparazione della manifestazione del 7 ottobre a Roma lo Spi Cgil Verona ha svolto decine di assemblee territoriali in cui sono stati discussi in temi della piattaforma sindacale di rivendicazione che la Cgil porterà all’attenzione del Governo nazionale, pretendendo risposte concrete e corrette per invertire le dinamiche che stanno facendo scivolare sempre più in basso i diritti e il potere di acquisto di pensioni e salari.
Lavoro, salute, sicurezza sociale: sono valori e diritti costituzionalmente tutelati che troppo spesso rimangono soltanto sulla carta.
Il salario minimo è una misura indispensabile, complementare e non alternativa alla contrattazione collettiva, perché aiuta a contrastare i contratti pirata e il dumping sociale su cui prolifera una parte dell’economia che usa il costo del lavoro come unico fattore di competitività.
Ma come Spi Cgil saremo in piazza anche per ribadire che le pensionate e i pensionati hanno già dato: sono stati gli unici, nella scorsa manovra, costretti a rinunciare ad una parte della rivalutazione economica degli assegni. Dieci miliardi di una sorta di contributo di solidarietà che il Governo ha prelevato dalle tasche di pensionate e pensionate.
Respingiamo pertanto l’idea, che si è fatta largo tra i corridoi di Palazzo Chigi, di un nuovo intervento sull’indicizzazione degli assegni. Le pensioni non si toccano!
Va invece rilanciato il welfare in tutte le sue componenti, a partire dalla sanità la cui inefficienza costringe sempre più persone a ricorrere a prestazioni private per curarsi, oppure a rinunciare alle cure.
Le liste di attesa vanno riportate a livelli sostenibili e va colmata la carenza di personale medico e infermieristico. Bisogna attuare una buona legge sulla non autosufficienza che dia risposte ai milioni di anziani e anziane e alle loro famiglie che affrontano questa fragilità.