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Ater, i nuovi canoni di locazione mettono in ginocchio anziani e famiglie fragili. Sindacati sommersi dalle richieste d’aiuto.

L’ALLARME DI SUNIA, CGIL E SPI: “LA GIUNTA REGIONALE INTERVENGA!”

Spiazzati, disorientati e in grande difficoltà. Sono questi i sentimenti che accompagnano in questi giorni molti inquilini assegnatari di alloggi Ater che si sono visti recapitare dall’azienda le lettere con il nuovo canone calcolato dall’Unità organizzativa ERP (Edilizia residenziale pubblica) della Regione Veneto. Sono centinaia le persone, soprattutto anziane, che si stanno rivolgendo agli sportelli del Sunia, della Cgil e dello Spi, “denunciando” appunto il drastico incremento degli affitti, che per molti sono raddoppiati se non triplicati.

Per questo i sindacati chiedono con urgenza un intervento alla Regione affinché introduca tutele a favore degli assegnatari più a disagio.

“I più colpiti dalla nuova legge che prevede di calcolare il canone d’affitto con lo strumento dell’ISEE-ERP, mentre prima veniva calcolato con la semplice dichiarazione dei redditi, sono per lo più persone anziane o nuclei con grave disagio sociale – accusano i rappresentanti dei sindacati -.  Noi siamo sempre stati favorevoli all’applicazione dell’Isee per accedere ai servizi pubblici perché è lo strumento più equo disponibile. In questo caso però non si è tenuto conto delle caratteristiche degli assegnatari. Gli anziani con pensione minima o poco più, ma con dei risparmi per la salute, messi da parte centellinando su ogni euro, vedono anche triplicarsi il loro affitto rendendolo simile a quello del mercato immobiliare privato se non addirittura rischiando la decadenza dal diritto all’alloggio stesso. Viene da chiedersi se sia meglio fare la cicala anziché la formica! Il canone minimo di €. 40,00 previsto dalla Legge, per alcuni assegnatari (per es. i pensionati al minimo o i disoccupati) può essere difficile da pagare e su questo dobbiamo avere la certezza che, verificate le reali condizioni, subentrerà il Fondo previsto nella legge. Non possiamo dimenticare che gli anziani sono la categoria che ha più contribuito con il loro lavoro all’edilizia popolare attraverso la trattenuta Gescal”.

Queste le richieste di Sunia, Cgil e Spi:

  • Chiediamo alla Regione di affrontaree superare le criticità del calcolo, veramente complesso, del canone, introducendo, per esempio, delle franchigie sulle piccole somme di reddito derivate da piccoli risparmi o dalla riscossione del TFR e, invece, l’abbattimento nel caso di presenza di situazioni di disabilità in famiglia. 

Sono necessari poi degli “ammortizzatori” che riducano il reddito Isee-Erp per non incorrere nella decadenza. Deve essere data indicazione alle ATER di non intervenire rigidamente nei confronti degli assegnatari e che vengano dilatati i termini di pagamento dei canoni in attesa di chiarire e modificare le criticità del calcolo.

  • Chiediamo che la Giunta Regionale del Veneto metta risorse nel Fondo di solidarietà e che avvii al più presto la costituzione dell’Osservatorio regionale sulla casa.

Il Sunia, che partecipa in rappresentanza degli assegnatari al Tavolo Tecnico Regionale, sosterrà queste legittime richieste chiedendo alla Regione di modificare questa Legge che, nella sua applicazione concreta, comporta notevoli distorsioni e iniquità.   I “furbetti” vanno senz’altro stanati e perseguiti ma stando attenti a non colpire i “veri deboli”. Per fare questo ci vuole anche personale in numero adeguato e addestrato ai controlli e regole chiare e condivise.

  • Chiediamo per loro, alla Regione, ATTENZIONE, ASCOLTO e MODIFICHE alla Legge, in grado di dare le risposte giuste alle reali situazioni di disagio. Per ottenere questo siamo pronti alla mobilitazione.

“Il patrimonio abitativo pubblico va salvaguardato e aumentato perché è il frutto dei contributi dei lavoratori e delle lavoratrici di questo Paese – sottolineano i sindacati – e va data adeguata risposta abitativa ai giovani, alle giovani coppie, alle persone in difficoltà.  Non possiamo permettere che il patrimonio pubblico venga dismesso abbandonando i più deboli al mercato. Le nostre sedi, del SUNIA, della CGIL, dello SPI CGIL, sono prese d’assalto da un grande numero di persone impaurite, preoccupate per il loro futuro”.

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