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Assistenti famigliari, Filice (Spi Cgil Verona): “Soluzione di mercato inefficace”

“Famiglie lasciate sole ad affrontare un problema epocale”

Il settore delle assistenti famigliari, cosiddette badanti, vede contrarre l’offerta di lavoro regolare: stando ai dati dell’Osservatorio Domina (Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico), che riprende dati Inps, nel 2022 il calo dei posti di lavoro è del -7,9% (80 mila in meno) a livello nazionale; del -8,6% a livello regionale veneto (in tutto 69.797 lavoratori domestici) e del -9% a Verona, dove risultano occupate 7.295 colf e 7.511 badanti. L’Osservatorio stima, tuttavia, che il tasso di irregolarità del settore sia a quota 51,8%. Di ostacolo all’emersione dei rapporti di lavoro sarebbe stato, tra l’altro, l’adeguamento Istat entrato in vigore nel gennaio 2023 che ha alzato le retribuzioni minime delle lavoratrici del 9,2% con un aggravio di oltre 94 euro al mese per le famiglie, pari a 1.575 euro all’anno.

Le tendenze demografiche, politico internazionali, fiscali che rendono la ‘soluzione di mercato’ in questo settore altamente inefficiente sono sotto agli occhi di tutti coloro che hanno la pazienza e l’onestà intellettuale di riconoscerle e ammetterle” commenta il Segretario generale Spi Cgil Verona Adriano Filice.

È facile prevedere, per il prossimo futuro, che al di là di piccole variazioni che si possono verificare nella disponibilità di manodopera ad esempio tra gli italiani, mossi dalla sempre più precaria situazione economica, o tra alcune nazionalità specifiche, come quella ucraina, messa in ginocchio dalla tragica e disastrosa guerra, le difficoltà di reperibilità e di impiego di manodopera qualificata siano destinate ad aggravarsi ulteriormente” continua.

Certo, il lavoro nero non è mai giustificabile, ma qui non parliamo di imprese mosse dalla sete di profitto, ma di famiglie, a loro volta colpite dalla crisi economica e sociale, che si caricano sulle proprie spalle una problematica che è a tutti gli effetti sociale, collettiva, e come tale andrebbe affrontata”.

La vera questione riguarda allora la mancanza o l’insufficienza dell’intervento pubblico, ad esempio nella formazione delle assistenti famigliari, nel reperimento di figure professionali preparate e, soprattutto, nel sostegno, anche dal punto di vista fiscale, a tante famiglie lasciate sole ad affrontare l’epocale fenomeno dell’invecchiamento della popolazione e dell’inverno demografico del Paese” precisa Filice.

Il problema è dunque fondamentalmente quello di una politica che si tappa occhi e orecchi evitando di approntare le politiche necessarie. Ne abbiamo avuto un esempio clamoroso con il primo decreto attuativo della Legge per la Non Autosufficienza che ha individuato una “prestazione universale” di cui beneficerebbero meno di 30 mila persone in tutto il Paese, a fronte di oltre 1,4 milioni di percettori di assegno di accompagnamento. Soltanto nella nostra provincia, si stimano oltre 30 mila anziani non autosufficienti” appunta il Segretario Spi.

Inoltre le politiche migratorie in Italia vengono viste solamente dal punto di vista della repressione del contrasto e hanno spesso come risultato le tragedie del mare. Tanta volontà di respingere e poca di integrare” conclude.

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