Sindacato Pensionati Italiani Veneto

Riforma ATER, cambiare subito la legge

Una serie di assemblee pubbliche organizzate dallo Spi Cgil Metropolitano di Venezia per discutere assieme alla cittadinanza della Riforma Ater e di ciò che sta comportando. Si tratta in primis di un’impennata dei canoni e sfratti, perchè la riforma contro i furbetti ha piegato anziani e famiglie. Molti inquilini veneti, infatti, delle case Ater hanno scoperto, attraverso le missive che l’ente ha iniziato a mandare a giugno scorso, di aver perduto le proprie sicurezze in fatto di casa. È bastato un nuovo indicatore: l’Isee Erp. Entrato in funzione dopo il rodaggio, ha previsto un campo più ampio di osservazione e accertamento dello status economico e sociale dell’inquilino, per rimettere a posto diritti, doveri, equità e giustizia. In qualche caso per sconvolgere l’esistenza di qualcuno, attraverso un avviso di avvio del procedimento di sfratto.

È per questo che nelle leghe sono stati organizzati una serie di incontri pubblici, per dare risposte ai cittadini e accogliere le loro istanze. Appuntamento quindi il 23 settembre a Venezia e Mira, poi il 24 a Cavarzere e il 26 a Marghera.

Sulla questione sono già intervenuti anche Daniele Giordano della Funzione Pubblica Cgil e Daniele Tronco, del sindacato Spi della Camera del Lavoro di Venezia. «Stiamo raccogliendo tante segnalazioni da parte di inquilini di case Ater o comunali che si trovano in grande difficoltà. L’Ater di Venezia gestisce 9.718 abitazioni totali, di cui 8.651 di edilizia residenziale pubblica, a cui si aggiungono 950 case amministrate per conto dei Comuni. Incredibilmente numerosi sono i casi in cui viene denunciato un drastico incremento degli affitti, in alcuni casi anche del 300%, o avvisi di possibili sfratti entro i 24 mesi definiti dalla norma. Dalle segnalazioni che riceviamo risulta che sono le persone anziane, spesso sole, o con grave disagio sociale a essere colpite dal nuovo meccanismo di calcolo. Abbiamo sempre sostenuto la necessità di una riforma dell’Isee. Però ora ci sono anziani, con pensione minima o poco più, che hanno risparmiato su ogni singolo euro, a subire un ricalcolo che rischia di mandarli in rovina. Serve un immediato intervento di Regione e Comune – sostengono Tronco e Giordano -. Invitiamo gli enti locali a una rivalutazione delle situazioni – concludono – affinché una riforma volta a colpire i “furbetti dei canoni” non si trasformi in uno strumento per fare cassa sulle spalle degli anziani e dei più deboli».“

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