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Non autosufficienza: i servizi previsti dal nuovo Piano varato dal Governo

È arrivato sul tavolo delle Regioni il nuovo Piano nazionale per la Non Autosufficienza, predisposto di concerto dal Ministero del Lavoro, della Salute e dell’Economia. Un provvedimento tanto atteso, che dovrebbe dare soluzioni (anche in termini di prevenzione) ai problemi degli anziani più fragili che non sono più in grado di provvedere in autonomia a se stessi o che riescono a farlo soltanto parzialmente.
Al rispetto delle linee di intervento indicate nel testo sono vincolate le risorse che accompagnano il provvedimento. Nel triennio 2022-2024 ammontano a circa 2,6 miliardi di euro, così ripartiti: 822 milioni di euro nel 2022, 865,3 milioni di euro nel 2023 e 913,6 milioni di euro nel 2024.

Il criterio guida nel ripensare i servizi per la non autosufficienza è quello della prossimità. Si legge infatti nel documento che “In questi due anni (di pandemia, ndr) è emersa con estrema chiarezza la correlazione indissolubile tra salute e ciò che a livello sociale incide nel determinare la salute e il ben-essere delle persone, specialmente se non autosufficienti, con disabilità, sole o fragili ed esposte al rischio di grave marginalità, tanto da rendere non più eludibile l’obiettivo della costruzione di compiuti sistemi integrati di servizi, organizzati su base territoriale”.

Tra i servizi da progettare o riprogettare troviamo: l’assistenza domiciliare sociale, “quale servizio caratterizzato dalla prevalenza degli interventi di cura della persona e di sostegno psico-socio-educativo”; l’assistenza sociale integrata con i servizi sanitari; soluzioni abitative di cohousing, “anche in coerenza con la programmazione degli interventi del Pnrr, mediante ricorso a nuove forme di coabitazione solidale delle persone anziane e tra generazioni”; adattamenti dell’abitazione alle esigenze della persona con soluzioni domotiche e tecnologiche che favoriscono la continuità delle relazioni personali e sociali a domicilio, compresi i servizi di telesoccorso e tele-assistenza.

Vengono inoltre citati “servizi sociali di sollievo”, quali, ad esempio, “il pronto intervento per le emergenze temporanee, diurne e notturne, gestito da personale qualificato”; un servizio di sostituzione temporanea degli assistenti familiari in occasione di ferie, malattia e maternità; l’attivazione e l’organizzazione mirata dell’aiuto alle famiglie valorizzando la collaborazione volontaria delle risorse informali di prossimità e quella degli enti del Terzo settore nonché sulla base delle esperienze di prevenzione, di solidarietà intergenerazionale e di volontariato locali.

E poi ancora servizi sociali di supporto, quali la messa a disposizione di strumenti
qualificati per favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro degli assistenti familiari, in collaborazione con i Centri per l’impiego del territorio, e l’assistenza gestionale, legale e amministrativa alle famiglie per l’espletamento di adempimenti.

Vedremo nel corso dello svolgimento del confronto con le Regioni se e come queste idee riusciranno a trovare concreta applicazione.

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