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Lotta all’evasione, nel 2022 solo 18 Comuni veneti hanno contribuito agli accertamenti fiscali

Recuperati 148 mila e 500 euro, solo il 50% finirà nelle casse degli enti locali. Spi Cgil: «Ennesima occasione persa, con quei soldi si finanzia il welfare»

Volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, nel 2022 i dati sono un po’ più confortanti rispetto all’anno precedente. Ma la lotta contro l’evasione fiscale da parte dei Comuni veneti – prevista dal decreto-legge numero 203 del 30 settembre 2005 – continua a rappresentare una grande opportunità sprecata per le amministrazioni della nostra regione. Nell’anno passato solo 18 Comuni, il 3,5% del totale, hanno partecipato all’accertamento fiscale individuando e segnalando attività in nero, opere abusive, evasione delle tasse locali, dichiarazioni dei redditi fasulle e molto altro ancora, così come previsto da decreto stesso. Un numero irrilevante – considerando le opportunità connesse a quella norma – anche se superiore alle 14 amministrazioni coinvolte nel 2021. Pure i soldi recuperati sono di più, circa 185 mila euro contro i 148 mila e 500 dell’anno precedente (+24,4%), ma stiamo parlando ancora di cifre decisamente inferiori a quelle “potenziali”. Anche perché, da quest’anno, i Comuni potranno trattenere per sé solo il 50% di quanto accertato, mentre negli ultimi anni incameravano tutto.

«Il nostro sindacato, nell’ambito della contrattazione sociale, promuove sempre la sigla dei patti antievasione da pare dei sindaci – spiegano dallo Spi Cgil del Veneto -. Purtroppo la stragrande maggioranza dei Comuni non vi ha ancora aderito e i risultati li vediamo ogni anno con i dati impietosi forniti dal Ministero dell’Interno.  Per noi quelle sono risorse essenziali da destinare al welfare, ai fragili, alle persone anziane. Una maggiore risolutezza e partecipazione negli accertamenti potrebbe portare nelle casse delle amministrazioni locali molti più soldi, mai come oggi necessari per aiutare le persone in difficoltà anche a causa dell’inflazione che ha messo in ginocchio tantissime famiglie».

Guardando ai dati storici, si rileva il progressivo disinteresse dei Comuni nella partecipazione alla lotta contro l’evasione, così come prevista dal decreto del 2005. Nel 2016 le amministrazioni scese in campo per gli accertamenti fiscali erano 54, più di una su dieci, e i soldi recuperati ammontavano a poco meno di 670 milioni di euro, il 72% in più rispetto al 2022. L’ esempio più eclatante è il Vicentino: nel 2016, 54 comuni coinvolti e 184 mila euro recuperati, nel 2022 5 comuni coinvolti e circa 14 mila euro incamerati. Nella classifica provinciale del 2022, il territorio più virtuoso risulta quello Veneziano (poco meno di 70 mila e 500 euro di evasione accertata) seguito da Verona (63.172 euro) e Vicenza (30.828 euro). Fanalino di coda il Rodigino, che non ha recuperato neppure un euro.

«La lotta all’evasione per noi resta una priorità assoluta, per gran parte dei sindaci evidentemente no -concludono dal sindacato -. Purtroppo questa piaga, l’evasione appunto, resta diffusissima, basti pensare che da una nostra recente indagine risulta che in Veneto il 28% dei crediti che gli enti locali vantano nei confronti di cittadini e imprese, sono praticamente inesigibili. Stiamo parlando mediamente di circa 194 euro per ogni veneto. Tutte risorse sottratte soprattutto alle politiche sociali. Per questo riteniamo che almeno i Comuni dovrebbero sfruttare in modo più capillare l’opportunità di partecipare agli accertamenti. Siglando innanzitutto i fondamentali patti antievasione».   

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