Associazione per la Pace, ANPI, SPI-CGIL, Unione degli Universitari, Rete degli Studenti Medi, ACS, Centro Studi Ettore Luccini, Donne in Nero invitano all’incontro organizzato nel pomeriggio di venerdì 28 aprile a partire dalle 17:30 (Sala W. Maccato – CGIL via Longhin, 117 Padova) con Simone Menegaldo dell’Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea della Marca Trevigiana ed Elisabetta Panno. L’evento, aperto alla paretcipazione di tutta la cittadinanza, vedrà due temi sviluppati: “1917 – 1918: I profughi della sinistra Piave” e “1917 – L’anno di Caporetto”.
Continuiamo quindi le nostre riflessioni per ricordare il centenario della prima guerra mondiale. Il nostro obiettivo è quello di far uscire questo anniversario dalla retorica sul completamento del Risorgimento e sulla conclusione del processo unitario del nostro paese per affrontarlo, invece, dal punto di vista dell’immane macello che ha sconvolto l’Europa in quegli anni, mettendo anche in risalto le forme di opposizione alla guerra che ci sono state su tutti i fronti e cercando di capire e
comprendere il punto di vista dei cosiddetti “nemici”. Altro obiettivo che abbiamo è quello di attualizzare le problematiche che quella tragedia non ha risolto ma ha lasciato insolute, tanto è vero che, vent’anni dopo, è scoppiato un nuovo conflitto mondiale ed ora la guerra sembra sempre più estendersi a livello globale e milioni di persone
sono costrette ad abbandonare i loro territori e diventare profughi.
La storia di Caporetto
Dopo Caporetto, seicentomila civili, in prevalenza donne, vecchi e bambini, furono costretti ad abbandonare improvvisamente le proprie case di fronte all’avanzare delle truppe austro-ungariche, dando vita alla più grande tragedia collettiva che investì la popolazione italiana durante la Prima Guerra Mondiale. Le popolazioni tra il Friuli ed il Piave si trovarono così di fronte ad una difficile scelta: fuggire o subire l’occupazione ed essere costretti a lavorare per il nemico.