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Pensionati ai parlamentari veneti: “Riforme subito e legge sulla non-autosufficienza”

I parlamentari veneti, incontrando i pensionati, hanno dichiarato che sarà difficile correggere il decreto con cui Renzi e Padoan hanno risposto alla sentenza della Consulta che dichiarava incostituzionale il blocco della rivalutazione delle pensioni deciso da Monti-Fornero, decreto che domani arriva alla Camera per il percorso di conversione in legge da concludere entro il 21 luglio.

spi fnp uilp e on venetiLOWI pensionati del Veneto hanno trovato tuttavia nei parlamentari veneti, che hanno risposto al loro invito, una sponda favorevole su due argomenti cruciali che riguardano il futuro pensionistico: da un lato una riforma a breve termine delle pensioni che stabilisca un meccanismo certo per l’adeguamento all’inflazione degli assegni e la salvaguardia del potere d’acquisto e che crei un sistema di flessibilità in uscita dal lavoro; dall’altro la necessità di scrivere e finanziare una legge quadro nazionale sulla non-autosufficienza.

«Dal 1992 sono state fatte otto riforme delle pensioni e dieci interventi sul sistema pprevidenziale. È una situazione che ingenera uno stato costante di incertezza e preoccupazione. Ed errori, come quello della Fornero, che si è tradotto in una patrimoniale sulle nostre pensioni», affermano i segretari generali veneti Rita Turati (Spi Cgil), Adolfo Berti (Fnp Cisl) e Walter Sperotto (Uilpensionati). «La previdenza – continuano – è un tema che deve essere affrontato con prospettive a lungo termine, non a ogni legge di stabilità, perché l’invecchiamento della popolazione è reale, così com’è reale il fatto che la difficoltà dei giovani a entrare nel mercato del lavoro prospetta già oggi una condizione di pensionati poveri di domani». Considerazioni condivise dai sei parlamentari veneti che hanno dato la loro disponibilità a continuare il confronto su questi temi: i senatori del Pd Laura Puppato, Giorgio Santini e Gianpiero Dalla Zuanna, il senatore Ncd Franco Conte e i deputati Pd Michele Mognato e Federico Ginato. Gli onorevoli hanno spiegato che i vincoli del pareggio in bilancio limitano le scelte su come destinare le risorse, scelte che ricadono anche sul sistema previdenziale che deve essere riformato: il futuro deve prevedere soluzioni flessibili per l’uscita dal lavoro (anche con la formula graduale dell’alternanza lavoro-pensione) e interventi previdenziali per chi si ritrova disoccupato in età avanzata ma non ancora pensionabile.

Sul fronte della non-autosufficienza, per i pensionati non è sufficiente che a livello nazionale ci sia solo un fondo. I parlamentari hanno quindi accolto lo spunto di Spi, Fnp e Uilp a lavorare insieme su una legge quadro nazionale, ora mancante, con risorse certe e che, per esempio, stabilisca quali sono i livelli essenziali di assistenza per i non autosufficienti.

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