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Mafia in Veneto, lo Spi Cgil presenta il monitoraggio dei beni confiscati nella nostra regione: sono oltre 400

317 beni confiscati e non ancora assegnati e altri 102 beni già destinati a Enti, Comuni e associazioni. La battaglia contro la criminalità organizzata – che in Veneto ha salde ramificazioni come testimoniano le cronache di questi giorni – si combatte anche con i sequestri e il riutilizzo degli immobili e delle aziende sequestrate ai mafiosi.

Sono oltre 400 quelli confiscati nella nostra regione distribuite in tutto il territorio ma in particolare in provincia di Venezia e Verona, province che ospitano anche le abitazioni in cui hanno vissuto il boss della Mala del Brenta, Felice Maniero (Campolongo Maggiore), e il camorrista Antonio Galasso (Nogara). Ora, pure dopo l’approvazione del cosiddetto “codice antimafia”, diventa fondamentale il riutilizzo di questi beni, nell’ambito di una educazione alla legalità che per lo Spi Cgil del Veneto è da anni un valore reso concreto dalle tante iniziative organizzate nelle scuole e dalla partecipazione dei propri volontari ai campi antimafia, sparsi in varie zone d’Italia. Nasce seguendo questa scia il monitoraggio completo dei beni sottratti alla mafia realizzato dallo Spi Cgil del Veneto per stimolare un ragionamento complessivo sul possibile utilizzo di questi beni. “Veneto e legalità”, questo il nome della pubblicazione, è una vera e propria fotografia degli immobili e delle aziende sequestrate nella nostra regione suddivisi per provincia e introdotti da una breve premessa sulla situazione dello specifico territorio e dalla descrizione di alcuni beni, suddivisi per tipologia (alberghi, garage, appartamenti, abitazioni, terreni ecc.)

Questo lavoro, come spiega Danilo Toccane segretario regionale dello Spi Cgil con delega alla sicurezza e alla legalità, “parte dal presupposto che nell’ordinamento giuridico italiano, il contrasto patrimoniale alla criminalità organizzata appare il più efficace strumento d’azione. Adesso questi beni confiscati devono avere nuova vita e nuovi utilizzi, dedicati all’educazione alla legalità. Per troppo tempo c’è chi ha negato una presenza mafiosa nella nostra regione mentre noi, assieme ad altre realtà come Libera e l’Arci, abbiamo sempre detto che in Veneto la mafia esiste ed è un fenomeno diffuso seppur silenzioso. Ora quasi quotidianamente i giornali confermano questa nostra denuncia. Lo Spi del Veneto continuerà la sua battaglia nella scuole e nei campi antimafia dove i pensionati lavorano e si confrontano tutti i giorni con i giovani e i giovanissimi”.

 

Proprio a conferma dell’impegno continuo nelle attività di educazione alla cultura della legalità, il sindacato dei pensionati del Veneto parteciperà, mercoledì 21 marzo, alla Giornata della Memoria e dell’impegno organizzata da Libera nella città di Padova, in ricordo delle vittime innocenti di mafia, Inoltre sempre nella giornata del 21, a Legnago (Verona) assieme alla Flc Cgil e all’Auser, lo Spi territoriale terrà  una iniziativa sulla legalità con gli studenti delle scuole superiori. Fra gli ospiti Angelo Corbo, agente della scorta di Giovanni Falcone sopravvissuto alla strage di Capaci. Al pomeriggio alle ore 18.00 a Este (PD) l’aperitivo della legalità con la lettura dei nomi delle vittime di mafia (bar Patronato Redentore Este (PD)).

Sfoglia qui “Veneto e legalità” 

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